Pensate a Ada Lovelace, la matematica visionaria che nell’Ottocento trasformò una macchina calcolatrice nel primo embrione di computer programmabile, immaginando un futuro in cui i numeri potevano diventare arte. O a Hedy Lamarr, attrice e inventrice, il cui sistema di frequenze a salto gettò le basi per il Wi-Fi e il GPS, dimostrando che genio e bellezza possono coesistere. O ancora a Grace Hopper, la scienziata che rivoluzionò la programmazione con il COBOL e coniò il termine “debugging”, insegnandoci che persino un’ape intrappolata in un computer può ispirare soluzioni epocali.
Queste pioniere non erano eccezioni: erano l’inizio di un filo rosso che attraversa i secoli. Le donne hanno portato nella tecnologia una prospettiva unica, fatta di ascolto, collaborazione e un’etica radicata nel benessere collettivo. Mentre l’intelligenza artificiale ridisegna il futuro, questa eredità diventa cruciale. Chi decide come un algoritmo seleziona candidati per un lavoro, diagnostica malattie o modera contenuti online? Senza voci femminili, rischiamo sistemi che replicano pregiudizi, invece di correggerli.
Oggi, donne come Fei-Fei Li, che ha democratizzato l’accesso alla visione artificiale con ImageNet, o Timnit Gebru, paladina dell’AI etica, continuano a dimostrare che la tecnologia non è neutra: è uno specchio di chi la crea. E per costruire uno specchio che rifletta l’intera umanità, servono occhi diversi, sensibilità plurali.
Questa non è una celebrazione retorica. È un riconoscimento del fatto che l’innovazione prospera solo quando abbraccia tutte le forme di intelligenza. Le donne, con la loro capacità di coniugare rigore ed empatia, logica e intuizione, sono state e sono le tessitrici invisibili del progresso. Nell’era dell’AI, il loro ruolo non è optional: è la chiave per un futuro in cui la tecnologia non sia solo potente, ma anche saggia.
Prima di immergervi nella tecnologia, vi invito a riflettere: ogni volta che usate uno smartphone, navigate online o affidate una decisione a un algoritmo, state toccando l’eredità di donne che hanno sfidato silenzi, pregiudizi e confini. Senza di loro, il mondo sarebbe un luogo molto più piccolo. Con loro, possiamo ancora renderlo infinito.
🌍💡 Buona Festa delle Donne: a quelle che hanno scritto il codice del passato, e a quelle che programmeranno il futuro.

Da informatico a cercatore di senso