Benvenuti nell’era del consumo delegato, dove l’intelligenza artificiale non solo suggerisce, ma agisce. Mastercard, in collaborazione con Microsoft, ha lanciato “Agent Pay”, un sistema in cui un agente AI effettua acquisti per nostro conto. Non si tratta di un semplice chatbot, ma di un vero e proprio delegato digitale che prende decisioni autonome basate su algoritmi complessi e dati comportamentali.
Questa trasformazione non è isolata. Le grandi piattaforme tecnologiche stanno costruendo un nuovo ecosistema digitale, un “sistema operativo globale” dove ogni azione è interconnessa. Le partnership tra colossi come Nexi e Microsoft mirano a integrare soluzioni di pagamento digitale e intelligenza artificiale, creando esperienze di acquisto sempre più fluide e automatizzate.
Ma cosa significa tutto questo per noi, esseri umani? Stiamo cedendo il controllo delle nostre decisioni quotidiane a entità digitali che apprendono, si adattano e agiscono in base a dati che spesso non comprendiamo appieno. La comodità ha un prezzo: la delega della nostra autonomia.
In questo nuovo panorama, è fondamentale riflettere su come vogliamo interagire con la tecnologia. Dobbiamo chiederci: vogliamo essere semplici spettatori o protagonisti consapevoli della nostra vita digitale? L’umanesimo digitale ci invita a mettere l’essere umano al centro, a utilizzare la tecnologia come strumento di empowerment e non come sostituto delle nostre capacità decisionali.
La sfida è aperta. Sta a noi decidere se lasciare che l’AI faccia shopping per noi o se guidare consapevolmente il nostro percorso nel mondo digitale.

Da informatico a cercatore di senso