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Download Article as PDF (ENG)Un Accordo che Trascende i Numeri: I 600 Miliardi che Cambiano il Mondo
Quando Donald Trump è atterrato a Riad il 13 maggio 2025, non era solo un presidente in visita diplomatica, ma il regista di una trasformazione epocale nelle relazioni USA-Saudi. L’accordo firmato con il principe ereditario Mohammed bin Salman ha ufficializzato un impegno saudita di 600 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti, cifra che da sola basterebbe a catturare l’attenzione mondiale1. La Casa Bianca ha definito questi accordi “storici e trasformativi”, inaugurando “una nuova era d’oro della partnership tra Stati Uniti e Arabia Saudita”.
Ma dietro questi numeri impressionanti si cela una visione molto più ampia. Se 142 miliardi di dollari sono destinati al settore della difesa tradizionale, con forniture militari da “oltre una dozzina di aziende statunitensi”3, è la componente tecnologica dell’accordo a rappresentare la vera rivoluzione strategica. Non si tratta semplicemente di vendere armi o garantire sicurezza regionale, ma di costruire insieme le fondamenta dell’economia del futuro, basata sull’intelligenza artificiale e sul supercalcolo.
L’immagine della stretta di mano tra Trump e bin Salman, circondati dai titani della Silicon Valley, racchiude una narrazione potente: due nazioni apparentemente agli antipodi che si riconoscono vicendevolmente come partner strategici per dominare la prossima rivoluzione industriale.

Arabia Saudita: Da Regno del Petrolio a Potenza dell’Intelligenza Artificiale
Per comprendere la profondità di questa alleanza, è necessario guardare oltre i numeri e analizzare le aspirazioni saudite. Non è casuale che appena prima dell’arrivo di Trump, il 13 maggio, Riad abbia annunciato la creazione di HUMAIN, una nuova compagnia di intelligenza artificiale che rappresenta un tassello fondamentale nella strategia del regno2.
HUMAIN, controllata dal Public Investment Fund (PIF) saudita e presieduta dallo stesso principe bin Salman, è stata concepita per “operare e investire lungo tutta la catena del valore dell’intelligenza artificiale”. Questa mossa si inserisce perfettamente nel quadro più ampio di “Vision 2030”, l’ambizioso piano di riforme volto a diversificare l’economia saudita, storicamente dipendente dal petrolio, verso un futuro tecnologicamente avanzato e sostenibile.
“L’AI, come l’elettricità e internet, è un’infrastruttura essenziale per ogni nazione”, ha dichiarato Jensen Huang, fondatore e CEO di NVIDIA, durante l’incontro con Trump e bin Salman5. Una frase che sintetizza perfettamente la consapevolezza saudita: chi controlla l’intelligenza artificiale, controlla il futuro. E l’Arabia Saudita non vuole più essere semplicemente un fornitore di energia, ma un protagonista nella definizione delle regole del gioco tecnologico globale.
La Nascita delle “AI Factories” nel Deserto
Un elemento chiave dell’accordo è la costruzione di vere e proprie “fabbriche dell’intelligenza artificiale” nel deserto saudita. HUMAIN sta effettuando un investimento colossale per costruire infrastrutture AI con una capacità proiettata di 500 megawatt, alimentate da centinaia di migliaia di GPU NVIDIA di ultima generazione nei prossimi cinque anni.
La prima fase di questo ambizioso progetto prevede l’implementazione di un supercomputer AI composto da 18.000 unità NVIDIA GB300 Grace Blackwell con rete NVIDIA InfiniBand5. Non si tratta di un semplice centro di calcolo, ma di un ecosistema completo progettato per competere con i più avanzati sistemi mondiali.
I Giganti della Tech Valley alla Corte del Principe
Donald Trump non è volato a Riad da solo. Ad accompagnarlo c’era un vero e proprio consiglio di guerra tecnologico: circa trenta CEO delle più grandi aziende americane, tra cui alcune delle menti più brillanti e influenti del settore tecnologico4. Elon Musk, Sam Altman di OpenAI, Jensen Huang di NVIDIA e Arvind Krishna di IBM hanno attraversato il globo per essere presenti alla firma di questi accordi epocali.
La loro presenza non era simbolica, ma sostanziale. NVIDIA, ad esempio, ha annunciato partnership strategiche per trasformare l’Arabia Saudita in una potenza mondiale nell’AI, nel cloud computing, nei gemelli digitali e nella robotica5. La Saudi Data & AI Authority (SDAIA) implementerà fino a 5.000 GPU Blackwell per creare una “fabbrica AI sovrana” e sviluppare soluzioni per città intelligenti.
AMD, dal canto suo, parteciperà insieme a NVIDIA alla costruzione di infrastrutture AI in Arabia Saudita, con un investimento complessivo che potrebbe raggiungere i 10 miliardi di dollari6. Questi accordi trasformano il regno saudita in un crocevia fondamentale per lo sviluppo tecnologico globale.
L’Impatto Trasformativo: Oltre il Silicio
“Insieme, stiamo costruendo capacità, competenze e una nuova comunità globale per plasmare un futuro alimentato da tecnologia intelligente e persone potenziate”, ha dichiarato Tareq Amin, CEO di HUMAIN. Queste parole rivelano l’ampiezza della visione: non si tratta solo di installare hardware, ma di creare un ecosistema completo che comprenda formazione, ricerca e sviluppo.
NVIDIA si è impegnata a rafforzare l’ecosistema informatico della nazione e formare migliaia di sviluppatori con le competenze necessarie per risolvere problemi complessi attraverso il calcolo accelerato e l’AI5. Inoltre, l’azienda formerà scienziati e ingegneri governativi e universitari su come sviluppare e implementare modelli per l’AI fisica e agentica.
Un Nuovo Equilibrio Globale nell’Era dell’IA
La portata geopolitica di questo accordo va ben oltre il valore monetario. Mentre altre potenze mondiali discutono di regolamentazioni e limitazioni dell’intelligenza artificiale, Stati Uniti e Arabia Saudita hanno creato un’alleanza operativa che potrebbe determinare lo sviluppo tecnologico dei prossimi decenni.
Gli accordi evidenziano l’importanza dell’offerta americana nel campo dell’AI come carta vincente per Trump, che cerca di presentarsi come un abile negoziatore e diplomatico mentre costruisce relazioni più strette con le nazioni del Golfo, in particolare l’Arabia Saudita. Questo approccio segna una significativa inversione di rotta rispetto all’amministrazione Biden, che aveva promesso di trattare il regno come un “paria” dopo l’assassinio del giornalista del Washington Post Khashoggi nel 2018.
Per l’Arabia Saudita, questi accordi rappresentano una svolta strategica. Il regno sta utilizzando la sua ricchezza derivata dal petrolio non solo per diversificare l’economia, ma per posizionarsi come hub globale dell’intelligenza artificiale, un mercato attualmente dominato dagli Stati Uniti2. Non è più solo una questione di potere economico, ma di influenza culturale, scientifica e geopolitica.

Le Implicazioni per il Futuro dell’Innovazione Globale
L’alleanza USA-Saudi nel campo dell’intelligenza artificiale potrebbe accelerare lo sviluppo di tecnologie rivoluzionarie. HUMAIN fornirà “uno dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) multimodali arabi più potenti al mondo”, contribuendo a colmare il divario linguistico nell’AI e potenzialmente aprendo nuovi mercati e applicazioni.
Inoltre, NVIDIA e HUMAIN implementeranno il primo NVIDIA Omniverse Cloud nel paese per simulare e testare soluzioni di AI fisica con gemelli digitali, mentre Aramco Digital svilupperà infrastrutture di calcolo AI, collaborerà con l’ecosistema di startup di NVIDIA e creerà piattaforme aziendali di AI e un centro di eccellenza per l’ingegneria e la robotica.
Conclusione: Una Nuova Era di Cooperazione Tecnologica
L’accordo tra Stati Uniti e Arabia Saudita segna l’inizio di una nuova era nelle relazioni internazionali, dove la tecnologia, e in particolare l’intelligenza artificiale, diventa il fulcro della diplomazia e delle alleanze strategiche. Non si tratta più solo di petrolio, armi o sicurezza regionale, ma di chi controllerà le risorse cognitive del pianeta nei decenni a venire.
Per l’Arabia Saudita, questa alleanza rappresenta un passo decisivo verso la realizzazione della visione post-petrolifera del principe bin Salman. Per gli Stati Uniti e le sue aziende tecnologiche, si tratta di un’opportunità per espandere la propria influenza in una regione strategica e garantirsi accesso a risorse e mercati fondamentali.
Mentre il mondo assiste a questa trasformazione, una cosa appare chiara: l’alleanza tra il regno del petrolio e la patria della Silicon Valley potrebbe ridefinire il futuro dell’umanità nell’era dell’intelligenza artificiale. I 600 miliardi di dollari non sono che l’inizio di una storia molto più grande, che sarà scritta con algoritmi e silicon nelle sabbie del deserto arabo e nei campus della California.
Aggiornamento
🚨 BREAKING: La visita di Trump sblocca un accordo da 200 miliardi di dollari tra Emirati Arabi Uniti e NVIDIA per il più grande campus di intelligenza artificiale al di fuori degli Stati Uniti
Ecco tutto quello che c’è da sapere👇
Il campus?
Un impianto da 5 gigawatt ad Abu Dhabi sostenuto dalla società emiratina G42 e supportato dai giganti tecnologici statunitensi.
Dove entra in gioco👇 NVIDIA
L’accordo offre agli Emirati Arabi Uniti l’accesso a 500.000 chip NVIDIA AI all’anno a partire dal 2025.
Si tratta di una quantità di calcolo sufficiente per competere con alcuni dei più grandi modelli globali attualmente in fase di addestramento.
In cambio, gli Emirati Arabi Uniti:
1️⃣Costruisci data center corrispondenti negli Stati Uniti
2️⃣Allinearsi alle norme di sicurezza nazionale degli Stati Uniti sul trasferimento tecnologico
3️⃣Ridimensionare l’infrastruttura tecnologica cinese (ciao, Huawei 👋)
Trump, il CEO di NVIDIA Jensen Huang e la leadership degli Emirati Arabi Uniti erano tutti presenti alla presentazione. Il messaggio è chiaro: non si tratta solo di affari, ma di geopolitica dell’intelligenza artificiale.
Il Medio Oriente sta per diventare la terza superpotenza dell’IA? 🤔
Il recente accordo da 600 miliardi di dollari tra Stati Uniti e Arabia Saudita
Un punto di svolta nelle relazioni internazionali e nella corsa alla supremazia tecnologica
L’accordo da 600 miliardi di dollari rappresenta una partnership strategica senza precedenti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, focalizzata principalmente su investimenti tecnologici e sviluppo dell’intelligenza artificiale. I punti chiave dell’accordo includono:
Investimenti massicci
Un impegno finanziario di circa 600 miliardi di dollari, destinato principalmente allo sviluppo di infrastrutture tecnologiche, data center e capacità di intelligenza artificiale.
Partnership pubblico-privata
Una collaborazione che coinvolge non solo i governi ma anche i principali leader tecnologici americani, tra cui CEO e fondatori di colossi tech della Silicon Valley.
Transizione energetica
Supporto alla visione saudita “Vision 2030” per diversificare l’economia oltre il petrolio, con particolare attenzione alle tecnologie sostenibili e all’innovazione.
Focus sull’intelligenza artificiale
Un chiaro orientamento verso lo sviluppo di capacità avanzate nel campo dell’IA, considerata la tecnologia chiave per il dominio economico e geopolitico futuro.
Questo accordo non rappresenta una semplice transazione commerciale, ma una riorientazione strategica nelle relazioni tra le due potenze, con implicazioni profonde per gli equilibri globali e la corsa alla supremazia tecnologica del XXI secolo.
Segnala un riavvicinamento strategico dopo anni di tensioni, in particolare dopo l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi e le divergenze sulle politiche energetiche.
Rappresenta un chiaro tentativo americano di contrastare la crescente influenza della Cina nella regione e nel settore tecnologico globale, specialmente dopo i recenti accordi sino-sauditi.
Inaugura un modello in cui la tecnologia e l’IA, non solo gli armamenti o le risorse energetiche, diventano strumenti centrali di influenza diplomatica e geopolitica.
Potrebbe accelerare la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele, modificando gli equilibri regionali e la postura saudita rispetto all’Iran.
“Questo accordo rappresenta un cambiamento paradigmatico nelle dinamiche di potere globali, con l’intelligenza artificiale come nuovo campo di battaglia per la supremazia del XXI secolo.”
La portata di questo accordo va ben oltre gli aspetti economici: segnala una profonda trasformazione nel modo in cui si articolano le alleanze internazionali nell’era dell’intelligenza artificiale. Per la prima volta nella storia, una partnership strategica di questa portata è centrata non tanto sulle risorse naturali o sulla sicurezza tradizionale, quanto sulla capacità di leadership tecnologica e sul controllo delle infrastrutture digitali del futuro.
Nuovi mercati per le aziende tech americane
L’accordo apre nuovi e lucrativi mercati per i colossi tecnologici statunitensi, in particolare nel settore dell’IA, del cloud computing e dell’infrastruttura digitale.
Contrasto alla concorrenza cinese
Permette agli USA di contenere l’avanzata tecnologica cinese, assicurandosi che l’Arabia Saudita e altri paesi del Golfo non diventino dipendenti da tecnologie cinesi come quelle di Huawei.
Rafforzamento dell’egemonia tecnologica
Consolida la posizione degli Stati Uniti come leader globale nell’intelligenza artificiale, garantendo che gli standard e i protocolli americani diventino dominanti anche in Medio Oriente.
Rischi di protezionismo interno
Potrebbe generare preoccupazioni domestiche riguardo al trasferimento di tecnologie sensibili, con possibili resistenze politiche e richieste di maggiori controlli sugli investimenti esteri.
Questioni etiche e di diritti umani
Le aziende americane potrebbero affrontare scrutinio pubblico e questioni etiche riguardo alla fornitura di tecnologie avanzate a regimi con record controversi sui diritti umani.
Accelerazione di “Vision 2030”
L’accordo fornisce un impulso decisivo alla strategia di diversificazione economica saudita, accelerando la transizione verso un’economia post-petrolifera basata sulla conoscenza e la tecnologia.
Trasferimento di know-how tecnologico
Consente all’Arabia Saudita di acquisire competenze avanzate e know-how nel campo dell’IA e delle tecnologie digitali, formando una nuova generazione di talenti locali.
Nuovo hub tecnologico regionale
Posiziona il Regno come potenziale hub tecnologico per il Medio Oriente, attirando investimenti aggiuntivi e talenti da tutta la regione e oltre.
Dipendenza tecnologica
Rischia di creare una nuova forma di dipendenza dagli Stati Uniti, questa volta tecnologica anziché militare, con potenziali vulnerabilità strategiche a lungo termine.
Sfide di implementazione
L’Arabia Saudita dovrà affrontare significative sfide nell’assorbimento di tecnologie avanzate, inclusa la necessità di riformare il sistema educativo e le strutture normative.
Aree tecnologiche chiave dell’accordo
Intelligenza Artificiale
Sviluppo di sistemi avanzati di machine learning e intelligenza artificiale per applicazioni in settori come salute, energia, finanza e governance.
Cloud Computing
Costruzione di massicci data center e infrastrutture cloud per supportare la digitalizzazione dell’economia saudita.
Cybersicurezza
Implementazione di sistemi avanzati di protezione per infrastrutture critiche e dati sensibili, con implicazioni per la sicurezza regionale.
Smart Cities
Supporto tecnologico per progetti urbani futuristici come NEOM, integrando IA, IoT e soluzioni sostenibili.
Reazione della Cina
La Cina ha espresso preoccupazione per quello che percepisce come un tentativo americano di contenimento tecnologico, definendo l’accordo come “una manovra per limitare la cooperazione internazionale aperta nel campo dell’IA”.
- Intensificazione degli sforzi: Probabile accelerazione degli investimenti cinesi nell’IA e nei paesi del Medio Oriente ancora non allineati con gli USA
- Nuove offerte economiche: Possibile presentazione di pacchetti economici competitivi ad altri paesi del Golfo
- Appello al multilateralismo: Rafforzamento della retorica a favore di un approccio multilaterale allo sviluppo tecnologico, contro il “blocchismo” americano
Alcuni analisti suggeriscono che Pechino potrebbe rispondere intensificando la sua presenza in Iran e in altri paesi non allineati con la strategia americana, creando potenzialmente un “blocco tecnologico” alternativo.
Reazione dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha mantenuto una posizione cauta, evidenziando l’importanza di standard etici e di trasparenza nello sviluppo dell’intelligenza artificiale globale.
- Preoccupazioni normative: Enfasi sulla necessità che qualsiasi sviluppo di IA rispetti il quadro normativo europeo, incluso il recente AI Act
- Timori di esclusione: Alcuni stati membri hanno espresso preoccupazione per un possibile isolamento dell’Europa nelle dinamiche tecnologiche globali
- Opportunità di cooperazione: Proposte per un dialogo trilaterale USA-UE-Arabia Saudita sugli standard tecnologici globali
La risposta europea riflette la sua tradizionale posizione di “terza via” tra USA e Cina, con un’enfasi sulla regolamentazione e sui diritti fondamentali piuttosto che sulla pura competizione tecnologica.
Altre Reazioni Significative
🇮🇳 India
Ha espresso interesse per accordi simili, posizionandosi come potenziale partner alternativo sia per gli USA che per l’Arabia Saudita nel campo dell’IA.
🇮🇷 Iran
Ha condannato l’accordo come “una manovra destabilizzante per la regione”, intensificando i dialoghi con Cina e Russia per partnership tecnologiche alternative.
🇮🇱 Israele
Ha accolto con cauto ottimismo l’accordo, vedendolo come un potenziale catalizzatore per la normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita.
🇷🇺 Russia
Ha criticato l’accordo come “un tentativo di militarizzare lo spazio tecnologico” e ha annunciato l’intensificazione della cooperazione tecnologica con Cina e Iran.
Analisi delle dinamiche emergenti
L’accordo USA-Arabia Saudita sta accelerando la formazione di blocchi tecnologici globali, con allineamenti che non seguono necessariamente i tradizionali schieramenti politici o militari. Assistiamo all’emergere di una nuova forma di competizione geopolitica in cui l’accesso alle tecnologie avanzate, ai dati e alle infrastrutture digitali diventa tanto importante quanto l’accesso alle risorse naturali o alle capacità militari convenzionali.
La risposta degli attori globali suggerisce che siamo all’inizio di una “corsa agli armamenti digitali” in cui le alleanze tecnologiche potrebbero ridisegnare profondamente la mappa delle influenze globali nei prossimi decenni.
Rischi potenziali
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Accelerazione della polarizzazione globale
L’accordo potrebbe approfondire la divisione del mondo in blocchi tecnologici contrapposti, limitando la cooperazione scientifica internazionale e creando nuove “cortine di ferro” digitali.
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Corsa agli armamenti dell’IA
Potrebbe innescare una competizione accelerata nello sviluppo di applicazioni militari e di intelligence dell’IA, con rischi per la sicurezza globale e la proliferazione di tecnologie di sorveglianza avanzate.
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Tensioni regionali in Medio Oriente
Il rafforzamento delle capacità tecnologiche saudite potrebbe alterare gli equilibri regionali, intensificando le tensioni con l’Iran e potenzialmente innescando una corsa agli armamenti tecnologici nella regione.
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Questioni etiche e di diritti umani
L’accesso a tecnologie avanzate di sorveglianza e analisi dati solleva preoccupazioni sul loro potenziale uso per il controllo interno e la repressione del dissenso.
Opportunità promettenti
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Stabilizzazione delle relazioni USA-Medio Oriente
Una partnership tecnologica di lungo termine potrebbe creare legami più stabili e meno dipendenti dalle fluttuazioni del mercato energetico o dalle contingenze geopolitiche immediate.
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Normalizzazione regionale
L’accordo potrebbe facilitare il processo di normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele, contribuendo a ridurre tensioni storiche nella regione.
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Sviluppo economico sostenibile
La diversificazione dell’economia saudita potrebbe ridurre la dipendenza globale dai combustibili fossili, contribuendo agli obiettivi climatici internazionali.
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Cooperazione su sfide globali
L’integrazione delle capacità tecnologiche potrebbe facilitare la collaborazione su questioni come il cambiamento climatico, le pandemie e la gestione delle risorse idriche nella regione.
Implicazioni per diversi stakeholder globali
Organizzazioni internazionali
Potrebbero trovarsi a dover mediare tra blocchi tecnologici sempre più polarizzati, con la necessità di sviluppare nuovi quadri normativi per governare la competizione tecnologica.
Economie emergenti
Potrebbero subire pressioni crescenti per allinearsi con uno dei blocchi tecnologici, rischiando di perdere accesso a tecnologie critiche se non si schierano.
Società civile globale
Potrebbero affrontare maggiori sfide nell’advocacy per standard etici uniformi nell’IA, con il rischio di frammentazione delle norme globali sulla privacy e i diritti digitali.
Mercati energetici
Potrebbero sperimentare maggiore stabilità a lungo termine, con una transizione più ordinata verso energie alternative grazie alla diversificazione economica saudita.
Prospettive di esperti
“Questo accordo rappresenta una scommessa americana sul futuro dell’ordine globale: chi controllerà l’infrastruttura tecnologica del prossimo secolo controllerà i termini della competizione geopolitica. Non si tratta solo di guadagni economici immediati, ma di plasmare le regole del gioco per i decenni a venire.”
L’IA come nuovo terreno della competizione geopolitica
L’accordo USA-Arabia Saudita segna un momento cruciale in cui l’intelligenza artificiale si afferma definitivamente come fattore centrale negli equilibri di potere globali. Assistiamo all’emergere di una nuova era in cui la supremazia tecnologica diventa tanto importante quanto quella militare o economica tradizionale.
Da risorse naturali a risorse digitali
L’accordo simboleggia un passaggio epocale in cui il controllo dei dati, degli algoritmi e delle infrastrutture di calcolo diventa strategicamente più importante del controllo delle risorse fisiche tradizionali.
Da influenza militare a influenza tecnologica
Le alleanze del XXI secolo si formeranno sempre più intorno a ecosistemi tecnologici condivisi piuttosto che a patti di difesa tradizionali, con il controllo degli standard tecnologici che diventa una forma di potere strutturale.
Da bilateralismo a ecosistemi tecnologici
Le relazioni internazionali si evolveranno verso la formazione di ecosistemi tecnologici integrati che trascendono le tradizionali alleanze bilaterali.
Scenari emergenti
1. Mondo biforcato dell’IA
La formazione di due principali ecosistemi di IA — uno guidato dagli USA e l’altro dalla Cina — con normative, standard e valori distinti, costringendo altri paesi a scegliere da che parte stare.
2. Governance globale dell’IA
L’emergere di un quadro internazionale per governare lo sviluppo e l’implementazione dell’IA, simile ai regimi di non proliferazione nucleare, con accordi multilaterali su sicurezza, etica e standard.
3. Sovranità tecnologica frammentata
Un mondo multipolare tecnologico dove diverse potenze regionali sviluppano capacità di IA indipendenti e specializzate, portando a una frammentazione dell’internet globale in “spazi digitali” regionali.
4. Convergenza tecnologica coercitiva
L’emergere di un blocco dominante che impone i propri standard tecnologici al resto del mondo attraverso pressioni economiche e controllo delle catene di approvvigionamento critiche.
Una nuova era di competizione e collaborazione
L’accordo USA-Arabia Saudita segnala l’inizio di una nuova fase nelle relazioni internazionali, in cui la tecnologia avanzata, e in particolare l’intelligenza artificiale, diventa un elemento centrale della geopolitica globale. Questa partnership non è solo un investimento economico, ma un riallineamento strategico che riflette la comprensione che il potere nel XXI secolo sarà definito sempre più dal controllo delle infrastrutture digitali, degli algoritmi avanzati e delle capacità di elaborazione dati su larga scala.
Come la corsa allo spazio durante la Guerra Fredda, la corsa all’intelligenza artificiale oggi non è solo una competizione tecnologica, ma una battaglia per definire quale visione del futuro prevarrà. L’accordo tra Stati Uniti e Arabia Saudita rappresenta una mossa significativa in questo grande gioco strategico, con implicazioni che si estenderanno ben oltre i confini dei due paesi o i termini specifici della partnership.
Citations:
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- https://www.fortuneita.com/2025/05/15/usa-arabia-saudita-perche-laccordo-di-nvidia-e-storico/
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- https://www.esserepensiero.it/argomenti/attualit%C3%A0/arriva-jais-il-gigante-arabo-dell-intelligenza-artificiale/
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- https://ainews.it/sam-altman-larabia-saudita-dovrebbe-guidare-le-normative-ai-mondiali/
- https://www.cigionline.org/articles/trump-20-clash-of-the-tech-bros/
- https://medium.com/arabianpost/sam-altman-set-to-meet-abu-dhabi-investors-amid-ai-growth-push-5305e8c39caf
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