Gli USA Possono Spegnere Internet Domani

Gli USA Possono Spegnere Internet Domani

🚨 IL POTERE INVISIBILE

Ti sei mai chiesto chi tiene davvero in mano i fili della tua vita digitale? Probabilmente pensi che Internet sia libero, democratico, un bene comune dell’umanità. Sbagliato. Completamente sbagliato. E oggi ti dimostrerò, dati alla mano, come gli Stati Uniti possiedano l’arma più devastante mai creata nella storia dell’umanità, un’arma di cui nessuno ti ha mai parlato, un’arma che potrebbe riportarci al Medioevo in meno di un’ora.


Non sto parlando di bombe nucleari o di eserciti. Sto parlando del potere assoluto di spegnere Internet. E quando dico “spegnere”, intendo proprio questo: premere un interruttore e far collassare mercati, governi, identità, comunicazioni. Tutto.


🌐 I 13 PADRONI INVISIBILI DELL’INTERNET

Partiamo dalle fondamenta, da quella cosa di cui nessuno parla mai perché troppo tecnica, troppo nascosta, troppo scomoda: i root server DNS. Quando digiti “google.com” nel tuo browser, non stai veramente andando su “google.com”, stai raggiungendo un numero, un indirizzo IP come 142.250.185.46, che il tuo cervello umano non potrebbe mai ricordare. E chi traduce questi nomi in numeri? Chi tiene la mappa segreta di tutto Internet?

Tredici server. Solo tredici server al mondo. E indovina dove si trovano la maggior parte? Negli Stati Uniti. Sotto controllo del governo americano. APNIC Blog conferma che nove dei dodici operatori sono organizzazioni statunitensi, di cui tre sono entità governative. Sì, hai letto bene: il governo degli Stati Uniti controlla direttamente parte dell’infrastruttura critica che permette a Internet di funzionare.

Certo, ci sono alcuni server root in Europa e Asia, ma pensaci: geopoliticamente, chi ha davvero l’ultima parola? Se Washington decidesse domani di manipolare o bloccare questi server, potrebbe mandare il mondo intero nel caos digitale. Non è fantascienza, è architettura di rete. È potere puro.


☁️ IL CLOUD NON È UNA NUVOLA: È UNA GABBIA AMERICANA

Passiamo al cloud, quella parolina magica che ti hanno venduto come “libertà” e “innovazione”. Ti hanno fatto credere che i tuoi dati fluttuino magicamente tra le stelle, protetti e liberi. Bugie. Il cloud non è una nuvola, è un grattacielo di server in Virginia, California, Oregon, di proprietà di tre colossi: Amazon, Microsoft, Google.

I dati sono cristallini e agghiaccianti. Secondo Statista e Key4biz:

  • Amazon Web Services (AWS): 30% del mercato globale
  • Microsoft Azure: 20%
  • Google Cloud: 13%

Fai i conti: il 63% di Internet gira su server americani. E non parliamo di siti web di nicchia, parliamo di banche, poste, ospedali, governi. Tutto. Anche il sito delle Poste Italiane, anche la tua banca, anche i servizi pubblici europei girano su quei server. Perché? Perché è conveniente. Perché è economico. Perché abbiamo venduto la nostra sovranità digitale per risparmiare qualche euro.

E quando Amazon ha avuto un malfunzionamento tecnico nel 2021, mezzo mondo si è fermato per ore. Ma quello era un incidente. Immagina se fosse una decisione deliberata. Immagina se, per motivi geopolitici, gli USA decidessero di bloccare l’accesso ai loro cloud per l’Europa. Non per tutti, solo per noi. Chirurgicamente. Come si fa con un drone militare.


🌊 I CAVI SOTTOMARINI: LA VERA SPINA DORSALE DI INTERNET

Ma c’è di peggio. Molto peggio. Perché anche se costruissimo domani data center europei, anche se creassimo il nostro cloud sovrano, ci sarebbe ancora un problema insormontabile: i cavi sottomarini in fibra ottica. Quelli che attraversano gli oceani, che collegano i continenti, che trasportano il 99% del traffico Internet intercontinentale, secondo Key4biz.

E chi possiede questi cavi? Chi li controlla? Wired Italia e Repubblica ci ricordano che le Big Tech americane, Meta, Google, Amazon, Microsoft stanno costruendo i loro cavi privati, bypassando completamente le infrastrutture pubbliche. Meta sta progettando un cavo da 40.000 km di cui sarà l’unica proprietaria.

Gli USA hanno recentemente rafforzato le regole di sicurezza nazionale sui cavi sottomarini, come riporta Italia nel Futuro, escludendo tecnologie cinesi e blindando il controllo. Se spegni o blocchi questi cavi, Internet si ferma. Punto. Non c’è alternativa. Non ci sono vie di fuga.


il 70% di Internet 
è controllato da 33
aziende USA
il 70% di Internet è controllato da 33 aziende USA

📱 SENZA SMARTPHONE SEI UN FANTASMA

Ma facciamo finta per un attimo che l’Europa riesca nell’impossibile: costruire la propria infrastruttura cloud, i propri server DNS, i propri cavi sottomarini. Saremmo finalmente liberi, giusto? No. Perché poi c’è l’ultimo anello della catena: i dispositivi che usiamo.

Smartphone e computer. Android e iOS sugli smartphone. Windows e macOS sui PC. Tutti americani. Certo, c’è Linux, l’unica vera alternativa open source che non è controllata da nessuno, come ricordano Agenda Digitale e HDblog. Ma quanti lo usano? Il 6% del mercato desktop. Sei. Per. Cento.

E non finisce qui. Anche se usassi Linux, ci sarebbero ancora i processori: Intel, AMD, Nvidia. Tutti americani. E questi processori hanno firmware, protocolli di accesso remoto, backdoor potenziali. Hackaday ha documentato come l’Intel Management Engine (IME) sia essenzialmente una backdoor integrata nei chip Intel. Nvidia ha dovuto pubblicamente negare l’esistenza di backdoor nelle sue GPU dopo le pressioni USA per implementare kill switch.

E poi c’è la ciliegina sulla torta: l’identità digitale. SPID, CIE, IT Wallet. Documenti, soldi, identità, tutto sullo smartphone. E quando tutto sarà solo digitale, come previsto entro pochi anni, Agenda Digitale avverte sui rischi di dipendenza da dispositivi personali ed esclusione digitale. Se domani non puoi accedere a questi sistemi perché i server sono down, o peggio, bloccati deliberatamente, non sei più nessuno. Non puoi pagare, non puoi dimostrare chi sei, non puoi accedere ai tuoi soldi. Sei un fantasma. Un numero cancellato.


 L’EUROPA DORME MENTRE IL MONDO CAMBIA

E l’Europa? L’Europa parla. Parla di sovranità digitale, di indipendenza tecnologica, di open source. Europarlamento ha prodotto relazioni su “sovranità tecnologica e infrastrutture strategiche”. Italia nel Futuro documenta la “ricerca dell’indipendenza dagli Stati Uniti”. Bellissimo. Ma nei fatti? Nei fatti siamo ancora colonia digitale d’America, come titola Servicematica.

Secondo Substack di David Carretta, la sovranità digitale è “un’urgenza, ma non una priorità” per i leader europei. Traduzione: sanno del problema, ma non fanno nulla. La Germania sta migrando a Linux, la Danimarca abbandona Microsoft per l’open source, come riporta Internet GS. Ma sono gocce in un oceano. L’Italia? Zero. Nulla. Silenzio assordante.


l Potere Invisibile: Chi Controlla Davvero Internet
l Potere Invisibile: Chi Controlla Davvero Internet

🔥 PERCHÉ DOVREBBERO FARLO? PERCHÉ NO?

A chi mi chiede “perché gli USA dovrebbero spegnere Internet? Non ha senso economicamente!” , rispondo che ha ragione. Non ha senso. Finché tutto va bene. Ma la storia ci insegna che ogni grande potere cerca di preservare se stesso a ogni costo. E quando un impero cade, e prima o poi tutti gli imperi cadono, porta tutto nel baratro con sé.

Guarda cosa è successo con il Covid: lockdown globali, economie ferme, scenari da film distopico. Se solo due anni prima qualcuno avesse ipotizzato una cosa del genere, sarebbe stato ridicolizzato. E invece è successo. E ora Trump sta riportando la produzione di componenti tech sul suolo americano. Russia e Cina stanno costruendo infrastrutture completamente autonome. Perché? Perché si stanno preparando. Tutti si stanno preparando.

A cosa? Non lo so. Ma quando tutte le potenze mondiali si muovono verso l’autonomia digitale completa, un motivo ci sarà. E noi europei? Noi dormiamo. Noi paghiamo AWS e Azure. Noi dipendiamo da smartphone americani per la nostra identità.


💪 COSA POSSIAMO FARE? AGIRE. ORA.

Come individui, poco. Ma come cittadini consapevoli, tutto. Dobbiamo pretendere dalle istituzioni:

  1. Infrastrutture cloud pubbliche europee per servizi critici (banche, sanità, PA)
  2. Investimenti massicci in open source: software e hardware ispezionabili
  3. Diritto alla cittadinanza offline: documenti fisici sempre validi, servizi accessibili senza smartphone
  4. Educazione digitale: consapevolezza dei rischi, non accettazione cieca
  5. Reti backbone europee: cavi sottomarini, server DNS, data center sovrani

Non è utopia. È sopravvivenza. Amare la tecnologia significa conoscerla e capirne i rischi, non accettarla ciecamente. La tecnologia deve essere un valore aggiunto alle nostre vite, non un’arma in mano a qualcuno che potrebbe usarla per danneggiarci.

Il diritto alla sovranità digitale è una battaglia che dovremmo portare avanti con lo stesso impegno visto nelle piazze per altre cause. Perché senza sovranità digitale, non c’è democrazia. Non c’è libertà. C’è solo dipendenza.

E la dipendenza, amico mio, è l’opposto della libertà.


🔗 APPROFONDIMENTI E FONTI

Articoli in italiano:

Canali YouTube:


“La libertà non è mai stata gratuita. E nell’era digitale, il prezzo da pagare è la consapevolezza.”

Ti sei mai chiesto chi tiene davvero in mano i fili della tua vita digitale? Probabilmente pensi che Internet sia libero, democratico, un bene comune dell’umanità. Sbagliato.
Franco Bagaglia, Umanista Digitale


🔐 FAQ – SOVRANITÀ DIGITALE

Cosa sono i root server DNS e perché sono così importanti?

I root server DNS sono l’infrastruttura fondamentale che permette a Internet di funzionare. Quando digiti un indirizzo web come “google.com”, questi server traducono il nome in un indirizzo IP numerico (es. 142.250.185.46) che i computer possono capire.

Nel mondo esistono solo 13 root server DNS, e la maggior parte è controllata da organizzazioni americane, incluse tre entità governative USA. Senza questi server, Internet semplicemente non funzionerebbe: nessuno riuscirebbe a raggiungere nessun sito web.

Gli USA possono davvero “spegnere” Internet in Europa?

Tecnicamente sì, attraverso diversi livelli di controllo:

1. Controllo dei root server DNS: Possono manipolare o bloccare la risoluzione dei nomi di dominio

2. Controllo del cloud: Il 63% dell’infrastruttura cloud mondiale è di proprietà di Amazon (30%), Microsoft (20%) e Google (13%). Potrebbero bloccare l’accesso ai servizi per specifiche regioni geografiche

3. Controllo dei cavi sottomarini: I cavi in fibra ottica che attraversano gli oceani trasportano il 99% del traffico Internet intercontinentale, e molti sono di proprietà o sotto controllo di aziende americane

4. Controllo hardware/software: Sistemi operativi (Windows, iOS, Android, macOS) e processori (Intel, AMD, Nvidia) sono tutti americani

Cosa significa “sovranità digitale” e perché l’Europa ne ha bisogno?

La sovranità digitale è la capacità di un paese o continente di controllare autonomamente le proprie infrastrutture tecnologiche, dati e servizi digitali, senza dipendere da potenze esterne.

L’Europa ha bisogno di sovranità digitale per:

Sicurezza nazionale: Proteggere servizi critici (banche, ospedali, PA) da possibili blocchi esterni

Privacy dei cittadini: Garantire che i dati europei non siano accessibili a governi stranieri

Autonomia economica: Ridurre la dipendenza da aziende tech americane

Democrazia digitale: Mantenere il controllo sulle infrastrutture che definiscono la vita dei cittadini

Quali alternative esistono ai sistemi operativi americani?

Attualmente le alternative più valide sono basate su Linux, l’unico sistema operativo veramente open source non controllato da nessuna singola azienda:

Linux Desktop: Ubuntu, Linux Mint, Fedora (per utenti normali), Debian (più tecnico)

Vantaggi: Gratuito, open source (codice ispezionabile), più sicuro, rispetta la privacy

Sfide: Curva di apprendimento iniziale, compatibilità software professionale ancora limitata

Alcuni paesi europei stanno già migrando: Germania e Danimarca stanno abbandonando Windows per Linux nelle pubbliche amministrazioni. Iniziative come openDesk offrono suite complete per ufficio basate su open source.

Cosa succede se la mia identità digitale (SPID, CIE) diventa inaccessibile?

Se i sistemi di identità digitale diventassero inaccessibili (per guasti, attacchi o blocchi deliberati), le conseguenze sarebbero devastanti:

Impossibilità di pagare: Se i pagamenti sono solo digitali, senza accesso non puoi comprare nulla

Perdita di identità legale: Non puoi dimostrare chi sei senza documenti digitali accessibili

Esclusione dai servizi: Sanità, PA, banche, trasporti diventano inaccessibili

Diventi un “fantasma digitale”: Tecnicamente esisti, ma non puoi interagire con il sistema

Per questo è fondamentale mantenere il diritto alla cittadinanza offline: documenti fisici sempre validi, servizi accessibili senza smartphone, alternative analogiche funzionanti.

Cosa può fare concretamente un cittadino per la sovranità digitale?

Azioni individuali immediate:

1. Usa software open source: LibreOffice invece di Microsoft Office, Firefox invece di Chrome, Signal invece di WhatsApp

2. Prova Linux: Installa una distribuzione user-friendly come Ubuntu o Linux Mint in dual boot

3. Sostieni servizi europei: Cloud provider europei, email provider che rispettano la privacy (Proton, Tutanota)

4. Mantieni documenti fisici: Non affidarti solo al digitale, conserva copie cartacee importanti

Azioni politiche/collettive:

5. Fai pressione sulle istituzioni: Scrivi ai rappresentanti politici chiedendo investimenti in infrastrutture digitali europee

6. Diffondi consapevolezza: Condividi informazioni sui rischi della dipendenza tecnologica americana

7. Supporta iniziative locali: Partecipa a comunità open source, Linux User Groups, associazioni per i diritti digitali

I processori Intel/AMD/Nvidia hanno davvero backdoor integrate?

La questione è complessa e controversa:

Intel Management Engine (IME): È un sotto-sistema presente in tutti i processori Intel dal 2008. Funziona indipendentemente dal sistema operativo, ha accesso completo alla memoria e alla rete, e non può essere completamente disabilitato dall’utente. Hacker e ricercatori di sicurezza lo considerano essenzialmente una backdoor.

AMD PSP (Platform Security Processor): Simile all’IME di Intel, è un processore separato integrato nelle CPU AMD con funzionalità analoghe

Nvidia: Ha pubblicamente negato l’esistenza di backdoor, kill switch o spyware nelle sue GPU dopo pressioni governative USA per implementarle

Il problema reale: Questi sistemi hanno accesso privilegiato al tuo computer che tu non puoi controllare. Sono stati documentati bug di sicurezza critici. Anche se non sono “backdoor intenzionali”, rappresentano una vulnerabilità enorme.

L’Europa sta facendo qualcosa concretamente per la sovranità digitale?

Parole sì, fatti pochi. Ecco la situazione attuale:

Iniziative positive:

Germania: Migrazione massiva della PA verso Linux e open source

Danimarca: Sostituzione programmata di Microsoft con alternative open source

Francia: Investimenti in cloud sovrano (progetto Gaia-X, anche se limitato)

UE: Dichiarazione sulla sovranità digitale, regolamenti (Digital Services Act, Data Act)

Problemi persistenti:

• Gli investimenti sono minimi rispetto a USA e Cina

• Non esiste una strategia comune europea coordinata

• L’Italia è praticamente ferma: zero iniziative significative

• La dipendenza da Big Tech americane continua ad aumentare

Come dice David Carretta: “La sovranità digitale è un’urgenza, ma non una priorità” per i leader europei.

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