Scopri come un ragazzo di 15 anni ha usato le sue competenze tecnologiche per diffondere la fede e ispirare milioni di persone.
Hai bisogno di una versione PDF dell’articolo per una lettura più comoda o per conservarne una copia? Clicca sul link sottostante per scaricare il PDF direttamente sul tuo dispositivo.
Scarica l’articolo in PDF (ITA)Do you need a PDF version of the article for easier reading or to keep a copy? Click the link below to download the PDF directly to your device.
Download Article as PDF (ENG)L’Eucaristia: La Sua Autostrada per il Paradiso
La fede di Carlo aveva un cuore pulsante: l’Eucaristia. La chiamava “la mia autostrada per il paradiso”, una frase che mi fa venire i brividi ogni volta che la leggo. A soli 11 anni, decide di creare un sito web per catalogare i miracoli eucaristici di tutto il mondo. Pensateci: un ragazzino che, mentre i suoi coetanei giocavano a Pokémon, passava 2,5 anni a fare ricerche, viaggiare e costruire un progetto digitale per condividere la sua passione. Il risultato? Un sito che oggi è stato visto da milioni di persone e un’esposizione che ha girato il globo, toccando cuori in decine di paesi. Per Carlo, l’Eucaristia non era un rito vuoto: era la chiave per avvicinarsi a Dio, e lui voleva che tutti lo sapessero.

Tecnologia al Servizio del Bene
Carlo non era solo un sognatore; era un genio della tecnologia. A 10 anni leggeva libri di ingegneria informatica del Politecnico di Milano, un talento che avrebbe potuto portarlo a una carriera stellare nel tech. Ma lui aveva un altro piano. Usava le sue competenze per progettare siti web di evangelizzazione, convinto che internet potesse essere una forza positiva. Non era il tipo che si perdeva dietro a chat infinite o like: preferiva gli incontri reali e spesso disattivava le funzioni di messaggistica per concentrarsi su ciò che contava. In un’epoca in cui la tecnologia ci isola, Carlo ci mostra come trasformarla in un ponte verso gli altri e verso Dio .
Un Esempio per i Giovani di Oggi
Guardiamoci intorno: i giovani di oggi vivono immersi in un mondo digitale che può essere tanto affascinante quanto tossico. Il cyberbullismo colpisce il 34% degli adolescenti italiani, secondo i dati ISTAT, e la dipendenza dai social media è un problema crescente. Io stessa, come umanista digitale, vedo quanto sia facile perdersi in questa giungla di notifiche e superficialità. Ma poi penso a Carlo. Lui non ha usato internet per scappare dalla realtà o per inseguire la fama: lo ha usato per costruire qualcosa di significativo. Era un “influencer di Dio”, un ragazzo che con il suo esempio ci dice: “Puoi essere tecnologico e avere fede. Puoi usare il tuo smartphone per fare del bene”. È un messaggio che i giovani di oggi devono ascoltare.
Carità: La Fede in Azione
La fede di Carlo non era solo parole o clic su un computer; era azione concreta. A Milano, passava il suo tempo ad aiutare i senzatetto, portando loro cibo e vestiti. Li guardava negli occhi e vedeva Cristo in loro. Dopo la sua morte, avvenuta nel 2006 per una leucemia fulminante, molti di quei senzatetto si presentarono al suo funerale. Non lo conoscevo personalmente, ma questa storia mi commuove: un ragazzino che, invece di pensare solo a sé stesso, si chinava verso chi aveva meno. È un promemoria potente: la fede vera si vive con le mani sporche di amore .

Un Santo per il Nostro Tempo
Nel 2020, Papa Francesco ha beatificato Carlo, riconoscendolo come un modello per i giovani. Nella sua esortazione Christus Vivit, lo cita come esempio di santità moderna, un ragazzo che ha usato “le nuove tecnologie per trasmettere il Vangelo”. La sua storia mi colpisce perché dimostra che la santità non è roba da monaci medievali: è per tutti, anche per un adolescente con una PlayStation. In un mondo che spesso ride della fede, Carlo è una risposta silenziosa ma deflagrante: la santità è possibile, qui e ora. E il suo influsso non si ferma: c’è chi dice che abbia interceduto per miracoli, come la guarigione di un bambino brasiliano da una rara malattia nel 2013.
Conclusione: Carlo, l’Influencer che Voglio Seguire
Io voglio che Carlo Acutis diventi il più grande influencer della rete. Non perché cerchi follower o sponsor, ma perché il suo messaggio può cambiare il nostro modo di vivere il digitale. In un’epoca di photocopie, come lui stesso diceva—“Tutti nasciamo come originali, ma molti muoiono come fotocopie”—Carlo ci sfida a essere autentici. Usiamo i nostri profili non solo per mostrarci, ma per ispirare. Usiamo la tecnologia per costruire ponti, non muri. Carlo mi ha insegnato che il web può essere santo, e spero che questa sua scintilla divampi tra i giovani di oggi. Seguendo il suo esempio, possiamo tutti diventare influencer di Cristo nella nostra era digitale .
✝️ Carlo Acutis: Il Santo del Web
Da informatico a cercatore di senso