Come l’IA sta silenziamente sottraendo il mestiere ai programmatori di domani

Hai bisogno di una versione PDF dell’articolo per una lettura più comoda o per conservarne una copia? Clicca sul link sottostante per scaricare il PDF direttamente sul tuo dispositivo.

Scarica l’articolo in PDF (ITA)

Do you need a PDF version of the article for easier reading or to keep a copy? Click the link below to download the PDF directly to your device.

Download Article as PDF (ENG)

AI programmazione


Preludio di una rivoluzione silenziosa

Mi sveglio ogni mattina con la sensazione che stiamo vivendo un’epoca di trasformazione così rapida che persino i nostri sogni faticano a tenere il passo. 🌊 L’intelligenza artificiale generativa non bussa più timidamente alla porta della nostra quotidianità – ha già preso posto sul divano e sta bevendo il nostro caffè.


La rivoluzione digitale che stiamo vivendo non è più fantascienza, è il nostro presente che si sta evolvendo sotto i nostri occhi, ridisegnando i contorni delle professioni che credevamo immutabili. E come umanista digitale, mi trovo costantemente a navigare tra l’entusiasmo per le possibilità e l’inquietudine per le conseguenze.

90% del codice scritto dall’IA: una profezia che toglie il sonno

Le parole di Dario Amodei, CEO di Anthropic, risuonano nella mia mente come un campanello d’allarme: “Entro sei mesi, l’IA potrebbe scrivere il 90% del codice”. Non un’ipotesi remota, non una previsione per un futuro lontano, ma una realtà imminente, che potrebbe materializzarsi prima che la prossima stagione arrivi a termine.

Immagino le migliaia di sviluppatori che, leggendo queste parole, sentono un brivido correre lungo la schiena. La professione che hanno scelto, studiato, perfezionato potrebbe trasformarsi radicalmente o addirittura dissolversi nel giro di un battito di ciglia digitale. E dentro un anno? Amodei alza ulteriormente la posta: quasi l’intero processo di codifica potrebbe essere assorbito dalle menti sintetiche che abbiamo creato.

Le voci del cambiamento: un coro di previsioni

Non è solo Amodei a dipingere questo futuro. Mira Murati, dalla sua poltrona di CEO di Thinking Machines Lab dopo l’esperienza in OpenAI, ha già anticipato come alcuni ruoli creativi potrebbero svanire come neve al sole dell’innovazione.

E quando Jensen Huang, il visionario leader di NVIDIA, suggerisce che il coding potrebbe presto diventare marginale, consigliando alle nuove generazioni di orientarsi verso biologia, istruzione, produzione e agricoltura per una carriera più “a prova di futuro”, non posso fare a meno di riflettere sulla paradossalità di questo momento storico: chi costruisce gli strumenti dell’evoluzione tecnologica ne prevede al contempo l’obsolescenza.

Creatività e codice: una relazione complicata

La questione che mi pongo non è solo se l’IA scriverà il codice, ma quale codice scriverà. La programmazione non è solo sintassi e algoritmi, è anche intuizione, creatività, comprensione profonda del problema umano che si cerca di risolvere.

Quando un programmatore scrive una riga di codice, non sta semplicemente dando istruzioni a una macchina – sta traducendo sogni, necessità e visioni in un linguaggio che possa realizzarli. Questa traduzione richiede empatia, quella capacità tutta umana di mettersi nei panni dell’altro e capire davvero cosa serve.

L’IA potrà scrivere codice perfetto, ma saprà interpretare l’imperfezione umana che quel codice dovrebbe servire? 🤔

Nuovi orizzonti professionali: reinventarsi nell’era dell’intelligenza artificiale

Se davvero ci troviamo sulla soglia di questa trasformazione epocale, forse dovremmo smettere di pensare in termini di “posti di lavoro a rischio” e iniziare a immaginare nuove definizioni di lavoro. Se l’IA scriverà il 90% del codice, quale sarà il ruolo del 10% restante? Sarà forse proprio quello più creativo, più visionario, più profondamente umano?

Mi piace pensare che non stiamo assistendo alla fine delle professioni creative, ma alla loro evoluzione. Forse il programmatore del futuro sarà più simile a un direttore d’orchestra che a un esecutore, guidando l’IA verso la composizione perfetta senza dover suonare ogni singola nota.

AI programmazione
AI programmazione

Un invito alla riflessione consapevole

Ciò che mi sembra essenziale, in questo momento di trasformazione, è mantenere vivo il dialogo tra innovazione tecnologica e riflessione umanistica. Le previsioni di Amodei, Murati e Huang non sono sentenze inappellabili, ma inviti a ripensare il nostro rapporto con la tecnologia e con il lavoro.

Non possiamo fermare l’onda dell’innovazione, ma possiamo imparare a surfarla con consapevolezza, portando con noi i valori e le competenze che ci rendono irriducibilmente umani nel mare dell’automazione.

Anche perchè…….

Mi sono interrogato profondamente sul perché, nonostante le capacità tecniche impressionanti dell’IA, l’empatia e la creatività umana rimangano insostituibili nel processo di sviluppo software. Non si tratta di semplice resistenza al cambiamento, ma di qualcosa di più profondo che merita di essere compreso.

L’empatia: il ponte invisibile

L’empatia di uno sviluppatore non è un ornamento superficiale, ma la fondazione stessa di un software realmente utile. Quando scrivo codice, non sto semplicemente risolvendo problemi tecnici – sto interpretando esigenze umane spesso inarticolate, frustrazioni non espresse, desideri vagamente accennati.

Un programmatore empatico intuisce che dietro la richiesta “voglio un sistema di prenotazione” si nasconde l’ansia di un utente per la perdita di tempo, il timore di errori, la speranza di semplicità. L’IA può scrivere perfettamente la sintassi, ma non può sentire il peso emotivo dell’esperienza umana che quel codice dovrà alleviare.

Mi è capitato di rivoluzionare completamente un’interfaccia dopo aver osservato l’espressione frustrata di un utente anziano. Nessun prompt potrebbe catturare quel momento di illuminazione empatica che transforma radicalmente l’approccio al problema.

Creatività: l’arte di risolvere problemi che nessuno ha ancora formulato

La creatività nel coding non si limita a trovare soluzioni eleganti, ma include la capacità di immaginare scenari futuri, anticipare bisogni inespressi e connettere punti apparentemente sconnessi dell’esperienza umana.

Quando sviluppo un’applicazione, immagino non solo come funzionerà tecnicamente, ma come evolverà nel tempo, come si integrerà nel tessuto emotivo della vita quotidiana degli utenti, come potrebbe essere utilizzata in modi che nemmeno il cliente ha previsto.

L’IA eccelle nell’ottimizzazione di percorsi noti, ma fatica con “l’ignoto ignoto” – quei problemi che nessuno ha ancora identificato e che richiedono quella scintilla di intuizione creativa che nasce dalle contraddizioni della nostra esperienza umana.

Il contesto invisibile: leggere tra le righe del non detto

Gran parte del lavoro di uno sviluppatore consiste nel decifrare il non detto. Un cliente può chiedere “un sito veloce”, ma dietro questa richiesta si celano aspettative culturali, contesti d’uso specifici, priorità implicite che solo un essere umano immerso nella stessa realtà sociale può veramente comprendere.

Ho lavorato con aziende dove la vera esigenza non era quella dichiarata nei requisiti tecnici, ma emergeva solo dopo conversazioni informali, osservazione degli ambienti di lavoro, comprensione dei valori aziendali non scritti.

L’IA sa analizzare le parole, ma non può respirare l’aria della stanza, percepire le dinamiche di potere in un’organizzazione, o interpretare il linguaggio del corpo che contraddice le richieste verbali.

Non temo che l’IA sostituirà gli sviluppatori – temo piuttosto che senza il tocco umano, il software diventerà sempre più tecnicamente avanzato ma emotivamente disconnesso dalle persone che dovrebbe servire.

Come spesso accade nella storia umana, non è la tecnologia in sé a determinare il nostro destino, ma l’uso che scegliamo di farne e la saggezza con cui ne accogliamo le conseguenze.

Preludio di una rivoluzione silenziosa

Come l’IA sta ridisegnando il futuro del coding e delle professioni creative
🔮Cosa significa la previsione “90% del codice scritto dall’IA”? +
La previsione che “entro sei mesi, l’IA potrebbe scrivere il 90% del codice”, formulata da Dario Amodei (CEO di Anthropic), rappresenta un cambio di paradigma fondamentale nel mondo dello sviluppo software:
“Entro sei mesi, l’IA potrebbe scrivere il 90% del codice. […] Dentro un anno, quasi l’intero processo di codifica potrebbe essere assorbito dalle menti sintetiche che abbiamo creato.” — Dario Amodei, CEO di Anthropic

Questa previsione non implica semplicemente un’automazione di compiti di basso livello, ma una trasformazione profonda dell’intero processo di programmazione:

  • Automazione della sintassi: L’IA genererà automaticamente la maggior parte del codice operativo
  • Debugging intelligente: Individuazione e risoluzione autonoma della maggior parte degli errori
  • Ottimizzazione del codice: Miglioramento continuo delle performance senza intervento umano
  • Traduzione tra linguaggi: Conversione fluida tra diversi linguaggi di programmazione
💡Prospettiva storica

Questo cambiamento è paragonabile al passaggio dal linguaggio assembly ai linguaggi ad alto livello, o dall’era pre-framework all’ecosistema attuale di librerie e componenti riutilizzabili. Ogni volta, il livello di astrazione è aumentato, permettendo agli sviluppatori di concentrarsi su problemi di ordine superiore.

La previsione suggerisce che stiamo entrando in una nuova era dove il “coding” tradizionale diventerà sempre più un’attività di supervisione e direzione dell’intelligenza artificiale, piuttosto che di scrittura diretta del codice.

📊Quali sono le voci autorevoli che pre

Da informatico a cercatore di senso

Unisciti al mio mondo di conoscenza e iscriviti al mio canale WhatsApp.

Sarai parte di una comunità appassionata, sempre aggiornata con i miei pensieri e le mie idee più emozionanti.

Non perderti l’opportunità di essere ispirato ogni giorno, iscriviti ora e condividi questa straordinaria avventura con me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top