I DATI SONO IL NUOVO ORO: COME PROTEGGERLI E VALORIZZARLI

Infosfera

Il concetto di infosfera si riferisce all’ambiente in cui viviamo immersi in un flusso continuo e ubiquo di dati e informazioni, che ci raggiungono attraverso vari dispositivi e piattaforme digitali. L’infosfera è il luogo in cui si svolge la nostra vita sociale, economica, culturale e politica, e in cui interagiamo con gli altri esseri umani, ma anche con le macchine e le intelligenze artificiali. L’infosfera è quindi una realtà complessa e dinamica, che offre grandi opportunità, ma anche grandi sfide.

Per affrontare queste sfide, dobbiamo essere consapevoli del ruolo che i dati e la privacy hanno nell’infosfera, e di come questi possano influenzare la nostra vita e quella degli altri. Dobbiamo essere in grado di gestire i nostri dati in modo responsabile e sicuro, e di esercitare i nostri diritti e doveri in materia di protezione dei dati e della privacy. Dobbiamo anche essere in grado di valutare criticamente le fonti, i contenuti e i contesti delle informazioni che riceviamo e produciamo, e di distinguere tra fatti, opinioni, propaganda e manipolazione. Dobbiamo, insomma, essere cittadini digitali competenti, critici e consapevoli.

Questo tema è di fondamentale importanza per il nostro presente e il nostro futuro, e richiede una presa di coscienza collettiva e individuale. Non possiamo ignorare o sottovalutare i rischi e le responsabilità che comporta vivere nell’infosfera, ma dobbiamo affrontarli con intelligenza, etica e solidarietà. Solo così potremo sfruttare le potenzialità dell’infosfera, e contribuire a renderla un ambiente più sicuro, equo e sostenibile per tutti.

Un esempio

 Il fatto che le persone abbiano consegnato i loro dati sensibili alle società hi tech è sicuramente un problema grave, che merita di essere stigmatizzato e denunciato. Come hai detto tu, questo processo è iniziato con l’avvento dei social network, che hanno permesso alle aziende di raccogliere e analizzare enormi quantità di informazioni sui nostri gusti, interessi, comportamenti, relazioni, opinioni, ecc. Queste informazioni sono state poi usate per vari scopi, spesso senza il nostro consenso o la nostra consapevolezza, come ad esempio:

  • Per inviarci pubblicità mirata e personalizzata, influenzando le nostre scelte di consumo e di voto. 1
  • Per vendere i nostri dati a terze parti, come altre aziende, governi, organizzazioni criminali, ecc. 2
  • Per esporci a rischi di sicurezza, come il phishing, il furto di identità, il cyberbullismo, ecc. 34
  • Per danneggiare la nostra salute mentale, causandoci ansia, depressione, dipendenza, isolamento, ecc. 5

Un altro esempio di come le società hi tech abbiano abusato dei nostri dati sensibili è quello delle app di tracciamento del Covid-19, che sono state usate in alcuni paesi per monitorare i movimenti e le attività delle persone, violando la loro privacy e i loro diritti. 6

Questi sono solo alcuni esempi, ma ce ne sono molti altri. Penso che sia importante informare le persone di questi rischi e di come difendersi, ma anche di promuovere una cultura della privacy e del rispetto dei dati altrui.

È buona norma diffidare di ciò che è troppo facile, resistere al fascino del paese dei balocchi digitale in cui tutto sembra gratuito……Se ll’AI, questo rastrello digitale ha qualche forma di intelligenza, essa non è altro che il prodotto di centinaia di milioni di persone che giorno dopo giorno producono, nei propri contesti, senso, creatività, originalità, informazione….. I dati e le informazioni sono le fondamenta della rivoluzione digitale in corso… in un mondo digitalizzato è necessario risolvere alla radice il problema di che cosa è mio e di che cosa è tuo e di come si gestiscono le transazioni economiche collegate allo scambio di informazioni e dati. Altrimenti pochissimi beneficeranno di enormi proventi a spese di un’infinità di persone che perderanno una parte significativa del loro benessere, se non, addirittura, il proprio lavoro. In nel testo che precede questo mio intervento si parla dell’importanza dei dati e del rischio, comunque che una cattiva gestione di quest’ultimo può ultimi può comportare. Siamo in una infosfera, questo è chiaro. EE quindi dobbiamo essere coscienti di quello che ho detto, vorrei che tu mi fornissi dei titoli empatici, convincenti, che facciano breccia nella mente delle delle persone e nello stesso tempo aggiungere delle tue considerazioni. Semplici ma coinvolgenti sull importanza di questo tema.

Infosfera

Riassumendo

  • Viviamo in un mondo in cui i dati sono sempre più presenti e influenti in ogni ambito della nostra vita: dal lavoro alla salute, dall’istruzione all’intrattenimento, dalla politica alla cultura. I dati sono fonte di conoscenza, innovazione e opportunità, ma anche di vulnerabilità, manipolazione e sfruttamento. Per questo, è fondamentale essere consapevoli di come vengono raccolti, trattati, condivisi e utilizzati i nostri dati personali, e di quali sono i nostri diritti e doveri in materia di protezione dei dati e della privacy.
  • La privacy non è solo una questione legale o tecnica, ma anche etica e sociale. La privacy riguarda la nostra identità, la nostra dignità, la nostra libertà e la nostra sicurezza. La privacy ci permette di esprimere noi stessi, di comunicare con gli altri, di partecipare alla vita pubblica, di accedere ai servizi e ai beni, di proteggere i nostri interessi e le nostre relazioni. La privacy è un valore fondamentale per la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani.
  • L’intelligenza artificiale è una tecnologia che può avere enormi benefici per l’umanità, ma anche grandi pericoli. L’intelligenza artificiale può migliorare la qualità della vita, la salute, l’istruzione, l’ambiente, la mobilità, la sicurezza, ma anche minacciare la privacy, la dignità, l’autonomia, la responsabilità, la giustizia, la diversità, la solidarietà. Per questo, è necessario regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale in modo che sia etico, sicuro, trasparente, equo e rispettoso dei diritti umani.
  • La tutela dei dati e della privacy non è solo una responsabilità delle istituzioni, delle aziende o dei tecnici, ma anche di tutti noi come cittadini, consumatori, utenti, produttori e beneficiari dei dati. Dobbiamo essere informati, educati, consapevoli e attivi nel proteggere i nostri dati e la nostra privacy, ma anche nel richiedere e controllare che chi li gestisce lo faccia in modo lecito, corretto e proporzionato. Dobbiamo anche essere solidali e cooperativi con gli altri soggetti coinvolti nel flusso dei dati, e contribuire a creare una cultura della privacy e del rispetto reciproco.

Conclusione

Le grandi aziende hi tech hanno un enorme potere e una grande responsabilità nel gestire i dati che noi forniamo loro, spesso in modo inconsapevole o inconsulto. Dobbiamo essere in grado di esercitare il nostro controllo e la nostra scelta su come i nostri dati vengono usati, e di chiedere trasparenza e accountability a chi li sfrutta. Dobbiamo anche essere consapevoli delle conseguenze che i nostri dati possono avere sulla nostra vita e su quella degli altri, e di come possano influenzare le nostre decisioni, le nostre opinioni, le nostre relazioni. Dobbiamo, insomma, essere cittadini digitali attivi e informati, e non solo utenti passivi e manipolabili.

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