🌟 Xiong’An e la rete a 10 Gigabit: stiamo costruendo il futuro sbagliato🕒

Hai bisogno di una versione PDF dell’articolo per una lettura più comoda o per conservarne una copia? Clicca sul link sottostante per scaricare il PDF direttamente sul tuo dispositivo.

Scarica l’articolo in PDF (ITA)

Do you need a PDF version of the article for easier reading or to keep a copy? Click the link below to download the PDF directly to your device.

Download Article as PDF (ENG)

10g 15 minuti


La rete a 10 Gigabit e il modello delle 15 minuti: il futuro che ci spaventa 

La notizia di Xiong’An, la città cinese con la prima rete a 10 Gigabit al mondo, mi lascia con un misto di ammirazione tecnologica e un profondo senso di disapprovazione. Soprattutto quando si aggiunge al mix il modello della “città a 15 minuti”, un concetto che ultimamente sembra essere diventato il mantra urbanistico del futuro. Ma sarà davvero così rivoluzionario?


🤔 Perplessità n°1: Velocità vs. Qualità della vita
Una rete a 10 Gigabit è un’impresa tecnologica senza precedenti, ma la velocità non è sinonimo di qualità della vita. E il modello delle “15 minuti”, che promette di avere tutto a portata di mano, rischia di trasformarsi in una gabbia dorata. Davvero vogliamo vivere in microcosmi isolati? Dove finisce il senso di comunità e scoperta se tutto è vicino, ma già predeterminato?

🌍 Perplessità n°2: Sostenibilità o controllo sociale?
Xiong’An viene descritta come una città green, e il modello delle “15 minuti” è spesso associato alla riduzione delle emissioni. Ma quanto di tutto questo è autentico? Non rischiamo di creare città che, pur essendo apparentemente sostenibili, diventano strumenti di controllo sociale? La decentralizzazione è un’idea nobile, ma senza libertà di movimento e scelta, si trasforma in una distopia soft.

🧠 Perplessità n°3: Umanità al centro o al margine?
Una città del futuro dovrebbe mettere le persone al centro, non i servizi o la tecnologia. Il modello delle “15 minuti” sembra farlo, ma a quale prezzo? Vivere in spazi iper-localizzati può limitare le opportunità, le relazioni e la diversità culturale. E chi decide cosa deve essere disponibile in quei 15 minuti? Rischi di creare comunità omogenee e prevedibili, dove l’innovazione sociale si riduce a zero.

💡 Perplessità n°4: Replicabilità o utopia distopica?
Xiong’An e il modello delle “15 minuti” vengono presentati come soluzioni universali. Ma quanto sono applicabili in contesti diversi? Non tutte le città hanno le risorse o la struttura per adottarli. E anche se lo fossero, davvero vogliamo un futuro in cui ogni città è un clone dell’altra? La bellezza delle città sta nella loro diversità, non nella standardizzazione.

👉 La mia disapprovazione: un futuro monodimensionale
Il modello delle “15 minuti”, combinato con la tecnologia iper-veloce di Xiong’An, rischia di creare un futuro monodimensionale, dove tutto è efficiente ma nulla è vivo. Dov’è lo spazio per l’imprevisto, per l’incontro casuale, per l’esplorazione? Dov’è la possibilità di perdersi e ritrovarsi, fisicamente e mentalmente?

Insomma, Xiong’An e il modello delle “15 minuti” potrebbero essere innovativi, ma non rappresentano il futuro che desidero. Una città del futuro dovrebbe essere un equilibrio tra tecnologia, sostenibilità e umanesimo, non una gabbia efficiente.

E tu, cosa ne pensi? Xiong’An e il modello delle “15 minuti” sono davvero il futuro che sogni? O preferisci un futuro più libero, imprevedibile e umano? 🤔🏙️

YouTube player

FAQ: La rete a 10 Gigabit e il modello delle 15 minuti: il futuro che ci spaventa

+

Xiong’An è una città cinese che ha fatto notizia per essere la prima al mondo a implementare una rete a 10 Gigabit su larga scala. La sua rilevanza nel dibattito urbanistico deriva da due fattori principali:

  • Rappresenta un avanzamento tecnologico senza precedenti nelle infrastrutture di comunicazione urbana, stabilendo un nuovo standard per la connettività nelle smart city
  • È stata progettata seguendo anche il modello della “città a 15 minuti”, che prevede che tutti i servizi essenziali siano raggiungibili in 15 minuti a piedi o in bicicletta

Questa combinazione di tecnologia all’avanguardia e urbanistica avanzata rende Xiong’An un caso studio significativo, ma anche controverso, nel dibattito sul futuro delle città.

+

Potenziali vantaggi

  • Velocità di trasferimento dati circa 100 volte superiore alle reti standard, abilitando servizi avanzati di telemedicina, istruzione a distanza e realtà virtuale
  • Supporto per un numero vastamente maggiore di dispositivi IoT (Internet of Things) per la gestione intelligente di traffico, energia e risorse
  • Riduzione della latenza, cruciale per applicazioni in tempo reale come veicoli autonomi e sistemi di emergenza
  • Potenziamento delle capacità lavorative a distanza e dell’intrattenimento digitale

Potenziali svantaggi

  • Costi di implementazione estremamente elevati, sostenibili principalmente in contesti di nuova costruzione o con forti investimenti pubblici
  • Rischio di ampliare il divario digitale tra aree urbane privilegiate e il resto del territorio
  • Potenziale sovrastrutturazione per usi quotidiani che non richiedono tale velocità
  • Aumento delle possibilità di sorveglianza di massa e controllo sociale attraverso monitoraggio costante

La semplice disponibilità di una rete ultraveloce non garantisce automaticamente un miglioramento della qualità della vita, soprattutto se non accompagnata da politiche che ne garantiscano l’accessibilità equa e usi socialmente benefici.

+

Il modello della “città a 15 minuti” è un concetto urbanistico proposto originariamente dal professor Carlos Moreno della Sorbona e adottato da diverse città nel mondo, tra cui Parigi. Il suo principio fondamentale è che:

Tutti i servizi essenziali per la vita quotidiana (lavoro, scuola, sanità, negozi, svago) dovrebbero essere accessibili entro 15 minuti a piedi o in bicicletta dalla propria abitazione.

Le principali critiche a questo modello includono:

  • Limitazione della libertà di movimento: Il rischio di creare “microcosmi isolati” che riducono l’interazione tra diversi quartieri della città
  • Omogeneizzazione sociale: La possibile creazione di “bolle” socioeconomiche che limitano la diversità e gli scambi culturali
  • Pragmatismo vs. ideologia: Difficoltà di implementazione in città esistenti con strutture consolidate
  • Questioni di equità: Chi decide quali servizi sono “essenziali” e come garantire che siano di qualità equivalente in tutti i quartieri?
  • Potenziale di controllo sociale: La facile tracciabilità e prevedibilità dei movimenti in spazi così definiti

Nonostante queste critiche, i sostenitori del modello argomentano che, se implementato correttamente, potrebbe ridurre il traffico, le emissioni e migliorare la coesione sociale dei quartieri.

+

Il rischio che il modello delle “15 minuti” si trasformi in uno strumento di controllo sociale è multifattoriale:

Potenziali rischi per la libertà individuale

  • Monitoraggio dei movimenti: In una città dove tutto è vicino e interconnesso digitalmente, i movimenti dei cittadini diventano più facilmente tracciabili, specialmente se combinati con una rete a 10 Gigabit che supporta sistemi di sorveglianza avanzati
  • Centralizzazione decisionale: Chi decide quali servizi includere in ogni “cellula” da 15 minuti? Questo potere decisionale potrebbe influenzare fortemente le dinamiche sociali e la libertà di scelta
  • Conformismo indotto: La struttura stessa della città potrebbe incoraggiare comportamenti standardizzati e prevedibili, limitando l’esplorazione e la scoperta spontanea
  • Sistema di credito sociale: In contesti come quello cinese, questi modelli urbanistici potrebbero integrarsi con sistemi di “credito sociale” che premiano o penalizzano comportamenti specifici

Il caso di Xiong’An è particolarmente emblematico perché combina il modello delle “15 minuti” con una infrastruttura tecnologica che potrebbe, potenzialmente, abilitare una sorveglianza pervasiva. La questione non è se la tecnologia o il modello urbanistico siano intrinsecamente problematici, ma come vengano implementati e quali garanzie di privacy e libertà individuale vengano assicurate.

+

Esistono diversi approcci alternativi o complementari al modello delle “15 minuti” che potrebbero promuovere sostenibilità e vivibilità senza i potenziali rischi evidenziati:

Modello policentrico

Sviluppo di più centri urbani interconnessi ma distinti, che permettono diversità culturale e varietà di esperienze pur mantenendo buoni collegamenti di trasporto pubblico tra loro

Smart mobility

Focalizzarsi su sistemi di trasporto pubblico intelligenti ed efficienti piuttosto che sulla prossimità fisica, permettendo maggiore libertà di movimento con bassi impatti ambientali

Urbanistica partecipativa

Coinvolgimento diretto dei cittadini nella pianificazione urbana, con processi decisionali dal basso per garantire che lo sviluppo risponda ai reali bisogni delle comunità

Modello di rigenerazione adattiva

Riutilizzo e riqualificazione di spazi esistenti con approcci flessibili e multifunzionali, che evolvono nel tempo secondo le esigenze della popolazione

Un approccio equilibrato potrebbe incorporare elementi del modello delle “15 minuti” (come la priorità alla mobilità pedonale e ciclabile) combinandoli con questi modelli alternativi, per creare città che siano contemporaneamente sostenibili, vivibili e rispettose della libertà individuale e della diversità culturale.

+

La chiave per un’integrazione positiva della tecnologia nella vita urbana sta nell’equilibrio tra innovazione e valori umani:

Principi guida

  • Tecnologia al servizio delle persone, non viceversa
  • Accessibilità e inclusività come requisiti fondamentali
  • Diritto alla privacy e all’anonimato nello spazio pubblico
  • Preservazione della serendipità e dell’incontro casuale
  • Spazi pubblici non mediati dalla tecnologia

Applicazioni pratiche

  • Tecnologia che amplia le possibilità invece di limitarle
  • Reti ad alta velocità che collegano diverse comunità invece di isolarle
  • Sistemi di trasporto intelligenti che facilitano l’esplorazione
  • Spazi pubblici digitali che promuovono l’incontro tra diversità
  • Trasparenza e controllo democratico sulle infrastrutture digitali

Una città veramente “smart” non è necessariamente quella con la tecnologia più avanzata, ma quella che utilizza la tecnologia in modo intelligente per amplificare le qualità umane dello spazio urbano: incontro, scambio, creatività e libertà. La tecnologia dovrebbe essere un mezzo per potenziare l’esperienza urbana, non un fine che definisce e limita tale esperienza.

“Una città del futuro dovrebbe essere un equilibrio tra tecnologia, sostenibilità e umanesimo, non una gabbia efficiente.”

Da informatico a cercatore di senso

Unisciti al mio mondo di conoscenza e iscriviti al mio canale WhatsApp.

Sarai parte di una comunità appassionata, sempre aggiornata con i miei pensieri e le mie idee più emozionanti.

Non perderti l’opportunità di essere ispirato ogni giorno, iscriviti ora e condividi questa straordinaria avventura con me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top