SHADOW AI: Attenti al Rischio Ombra


SHADOW AI: Attenti al Rischio Ombra


La Shadow AI: una bomba a orologeria nascosta nelle tue operazioni aziendali

Ciao a tutti, appassionati di tecnologia e non solo! Oggi vi porto dentro il mondo in rapida evoluzione dell’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), un universo che sta cambiando il nostro modo di lavorare e vivere con una velocità che lascia sbalorditi. Ma attenzione: questo progresso porta con sé anche delle ombre, rischi meno visibili ma insidiosi, che rischiano di far deragliare la rivoluzione già in atto.
(Basato su un articolo di Repubblica di Andrea Frollà e contributi di Dinova)


Partiamo con un dato choc: in Italia, nel 2024, il mercato dell’AI ha toccato ben 1,2 miliardi di euro, crescendo del 58% rispetto all’anno precedente. No, non è solo un fenomeno da Silicon Valley o USA. È qui, nelle imprese italiane grandi e piccole, e sta trasformando processi, competenze, ruoli. Eppure, a fronte di questo boom, solo il 3% delle aziende ha una strategia strutturata sull’AI. Un numero bassissimo, soprattutto se pensiamo che il 65% delle grandi imprese usa già strumenti di AI generativa e il 53% ha acquistato licenze per questi tool.

(Basato su un articolo di Repubblica e contributi di Dinova)
(Basato su un articolo di Repubblica e contributi di Dinova)

L’avanzata Invisibile: la “Shadow AI”

E qui si apre una questione cruciale: come si fa a governare qualcosa che è, per definizione, ombra? La cosiddetta “shadow AI” è la presenza pervasiva ma poco controllata degli strumenti di AI, usati spesso fuori dai canali ufficiali. Pensateci: quante volte vediamo colleghi che usano app, chatbot o plugin generativi senza che la direzione IT o i manager ne sappiano nulla?

Il rischio non è solo quello di perdere controllo. È che tutto questo potenziale possa trasformarsi in un enorme punto debole. Sicurezza informatica, compliance legale, qualità dei dati, reputazione aziendale: tutti questi pilastri sono minacciati se non si ha una governance chiara e si lascia che l’AI avanzi nell’ombra.

E poi, il paradosso è chiaro: utile ma invisibile, potente ma non tracciata. Un’assistenza digitale che può aumentare l’efficienza personale, ma lascia chi comanda con un’incertezza enorme su cosa stia effettivamente accadendo.

La Sfida del “Come”, non del “Se”

Il quesito quindi non è più “dobbiamo usare o no l’AI?”, perché le aziende la stanno già utilizzando, volenti o nolenti. La vera sfida è: come lo facciamo? Come trasformiamo il caos di sperimentazioni in un processo organizzato, controllato, capace di generare valore duraturo?

La risposta passa necessariamente dalla governance: un insieme di policy, strumenti, competenze e responsabilità messe nero su bianco e integrate nella cultura aziendale. Non si tratta di frenare l’AI, ma di governarla: lasciarla libera di esprimere tutto il suo potenziale senza che sfugga al nostro controllo.

Il Caso Dinova: dalla Teoria alla Pratica

Una testimonianza concreta arriva da Dinova, una tech company italiana specializzata in AI e sicurezza informatica, che ha messo a punto un metodo per aiutare le aziende a passare “dal caos al valore”. Perché è facile lasciarsi travolgere dalle novità senza una bussola, mentre ciò che conta davvero è rendere l’AI un processo concreto, misurabile e sostenibile.

Il loro approccio si articola in tre tappe:

  1. Scoprire: analizzare dati, processi ed esigenze per mappare opportunità concrete.
  2. Provare: avviare progetti pilota, piccoli ma significativi, per testare l’impatto reale con prodotti MVP.
  3. Scalare: integrare le soluzioni nella vita quotidiana dell’azienda, accompagnate da una strategia di governance attenta.

Così l’AI non resta un giocattolo tecnologico, ma diventa una leva strategica di crescita, capace di trasformare dati da costo a vero asset competitivo.

Non Solo Grandi, Anche le PMI Devono Guardare Avanti

Un’altra chiave di lettura importante riguarda l’adozione nelle piccole e medie imprese. Oggi solo il 15% delle medie aziende e il 7% delle piccole ha avviato almeno un progetto AI. Può sembrare una percentuale bassa, ma è il segnale di un fenomeno in movimento.

L’intelligenza artificiale non è più un optional o un lusso di pochi: diventa un requisito di sistema per restare competitivi nel lungo periodo. Chi non si mette in moto rischia di rimanere indietro o, peggio ancora, di uscire dal gioco.

Da optional
a standard:
l’AI che verrà
Da optional
a standard:
l’AI che verrà

Guardando al Futuro: Da Optional a Standard

L’orizzonte è chiaro e imminente: entro il 2026, secondo Gartner, il 90% delle offerte di AI conversazionale integrerà la GenAI. E non è solo una questione di numeri, ma di trasformazione profonda.

Il lavoro dei “knowledge worker” – quei professionisti che elaborano informazioni e dati – cambierà radicalmente. Si stima che la GenAI amplierà il 60% delle attività da loro svolte entro il 2027, creando ambienti di lavoro nuovi, più intelligenti e interconnessi.

Ci sarà anche un’esplosione dell’AI open source, con un aumento di dieci volte del suo impiego diretto da parte delle aziende. Questo significa più autonomia, ma anche più complessità da gestire.

SHADOW AI: Attenti al Rischio Ombra
SHADOW AI: Attenti al Rischio Ombra

Formazione e Cultura: la Spina Dorsale della Nuova Era

Sorprende che, nonostante la diffusione, solo il 18% dei lavoratori ha ricevuto una formazione adeguata su come utilizzare l’AI nel lavoro quotidiano. Anche da qui nasce un forte disallineamento tra aspettative e risultati reali.

Solo il 12% dichiara di aver ridotto significativamente lo sforzo lavorativo grazie alla GenAI, segnale che il potenziale non è ancora completamente sfruttato.

Il Futuro è Una Questione di Regia

Il consiglio finale è dunque questo: è urgente passare da un uso disordinato a una gestione consapevole e strategica. Definire ruoli, responsabilità e policy certe non è un esercizio burocratico, ma la trama essenziale per assicurare coerenza e sostenibilità nella rivoluzione AI.

In chiusura, vi lascio con una riflessione che abbraccia questo nuovo scenario: l’intelligenza artificiale generativa non è un semplice esperimento o un gadget tecnologico. È un cambio di passo epocale che, se governato con intelligenza, responsabilità e lungimiranza, diventerà un alleato imprescindibile per il successo delle aziende italiane e globali.

Se vi interessa approfondire o avete esperienze da condividere sull’adozione dell’AI in azienda, non esitate a scrivere: discutere è il primo passo per governare l’innovazione!

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