Avete mai chiamato un servizio clienti e vi siete trovati a parlare con una voce così calma e rassicurante da farvi venire il dubbio che non fosse nemmeno umana? Magari vi ha detto: “Il tuo problema è importante per noi, rimani in linea”. Ecco, quello che una volta era un’attesa snervante, oggi si sta trasformando. Notizie recenti ci dicono che anche i centralinisti in carne e ossa sono a rischio, e che l’Intelligenza Artificiale sta bussando forte alla porta del servizio clienti, con Salesforce che ha già sostituito 4 mila posizioni. Non è fantascienza, è l’AI che ha già un piano per noi. E forse anche un piano per risolverci i problemi senza farci aspettare. 😉
Mi chiedono spesso se l’AI ci ruberà il lavoro. La risposta è sì. L’AI non vi ruberà il lavoro, ma vi ruberà il tempo che spendete a fare quel lavoro. Ma qui il vero problema non è se l’AI ci sostituirà, ma cosa faremo dopo che ci avrà sostituiti. La verità è che senza un piano di formazione e riqualificazione, la rivoluzione tecnologica di Salesforce non sarà una benedizione, ma un disastro. L’AI si prenderà i lavori più noiosi e ripetitivi, ma non ci darà magicamente un nuovo posto di lavoro più stimolante. Spetta a noi, alle aziende, alle istituzioni, prepararci per questo salto.
Non dobbiamo temere il futuro che l’AI ci presenta, ma la mancanza di un piano per gestirlo. Dobbiamo imparare a conoscerlo e a dargli forma. Ma come possiamo farlo se le aziende e le istituzioni non ci danno gli strumenti per farlo? Se la paura è il peggior nemico, la conoscenza è l’unica arma che ci resta. Ma non ci salverà se non siamo in grado di usarla. Il futuro è già qui e potrebbe non essere così roseo come ci vogliono far credere.
Da informatico a cercatore di senso