Dobbiamo parlare di numeri, ma soprattutto dobbiamo parlare di illusioni. Quando leggiamo sui giornali quei titoli roboanti, quasi urlati, che celebrano i 150 miliardi di valutazione o i 20 miliardi di fatturato di colossi come OpenAI, è facile lasciarsi trascinare dall’entusiasmo collettivo. È facile pensare che il futuro sia una linea retta che punta verso l’alto, verso un progresso inarrestabile e gratuito. Ma qui, amici miei, entra in gioco una vecchia conoscenza della filosofia che calza a pennello con la nostra attuale situazione tecnologica: il tacchino induttivista di Bertrand Russell.
La Favola del Contadino Altman
Immaginate di essere quel tacchino. Vivete in un pollaio confortevole e, ogni singolo giorno, un contadino gentile – chiamiamolo, per amore di metafora, Sam Altman – viene da voi. Non viene a mani vuote. Vi porta il cibo più prelibato: oggi sono le nuove feature strabilianti di ChatGPT, domani sono modelli più veloci e reattivi, dopodomani è quella “roba divertente” come la generazione di video iperrealistici che ci lascia a bocca aperta.
Il tacchino, nella sua ingenuità basata sull’esperienza quotidiana, elabora un pensiero logico ma fallace: “Wow! Il contadino mi ama davvero! Guarda quanto investe su di me. Il mio business plan esistenziale è solidissimo, il cibo aumenta sempre e la mia qualità della vita migliora di giorno in giorno”. Il tacchino, esattamente come molti di noi oggi, proietta questa crescita lineare all’infinito. Si convince che il passato sia una garanzia assoluta per il futuro.
Ma il tacchino ignora un dato fondamentale, un cigno nero che si staglia all’orizzonte del calendario: il Giorno del Ringraziamento.

L’Infrastruttura Insostenibile e lo Specchio della Verità
Ecco il punto cruciale che voglio trasmettervi, con tutto l’equilibrio che la mia missione mi impone: noi siamo il tacchino.
Ci stiamo letteralmente ingozzando di questa tecnologia. Stiamo costruendo le nostre aziende, le nostre carriere, i nostri flussi di lavoro e persino le nostre vite private su un’infrastruttura che, al momento, è finanziariamente insostenibile. Stiamo erigendo grattacieli su fondamenta che costano molto più di quanto rendono. I costi energetici, i costi dei data center, i costi di addestramento dei modelli sono astronomici, nell’ordine delle migliaia di miliardi, non dei milioni.
La mia non è una profezia di sventura, ma un invito alla consapevolezza critica. La domanda che dobbiamo porci non è se arriverà il “Ringraziamento finanziario” di OpenAI e delle altre Big Tech. Quel giorno arriverà. La vera domanda, quella che dovrebbe tenervi svegli quanto basta per pianificare meglio il vostro futuro, è un’altra: quando arriverà il conto da mille miliardi e più, chi pensate che lo pagherà?
Non lo pagherà l’intelligenza artificiale. Non lo pagheranno i server. Volete un indizio fin troppo generoso, brutale nella sua semplicità? Guardatevi allo specchio.
Saremo noi. Con i nostri abbonamenti che aumenteranno, con i nostri dati ceduti, con la dipendenza che avremo sviluppato verso strumenti di cui non potremo più fare a meno. La mia missione è togliervi la paura dell’AI, sì, ma anche moderare quell’entusiasmo cieco che ci rende vulnerabili. Usiamo l’AI, studiamola, integriam
Domande Frequenti sulla Sostenibilità dell’AI
Cosa significa la metafora del tacchino di Russell applicata all’AI?
Significa che non dobbiamo confondere la crescita costante delle capacità dell’AI (il cibo quotidiano) con la sicurezza del nostro futuro. Come il tacchino crede che il contadino lo ami fino al giorno del Ringraziamento, noi rischiamo di credere che l’AI sarà sempre economica e accessibile, ignorando il rischio di un brusco cambiamento (aumento costi, bolla finanziaria) quando i nodi verranno al pettine.
Perché dici che l’infrastruttura attuale è insostenibile?
I costi per addestrare i modelli di frontiera e mantenerli operativi (energia, hardware, data center) sono immensi, nell’ordine delle centinaia di miliardi. Attualmente, i ricavi (pur alti, come i 20 miliardi citati) non coprono gli investimenti infrastrutturali a lungo termine necessari per scalare ulteriormente. C’è uno squilibrio tra costi reali e prezzi al consumo attuali.
Come possiamo difenderci da questo scenario?
La chiave è l’Umanesimo Digitale: consapevolezza. Non basare il 100% del tuo business su strumenti che non controlli e il cui prezzo potrebbe esplodere. Diversifica, impara i principi dietro la tecnologia e non solo l’uso dello strumento finale. Sii un utente critico, non un tacchino passivo.
Da informatico a cercatore di senso











