L’intelligenza artificiale corre più veloce di quanto la società riesca a metabolizzare, e la rassegna del 12 dicembre 2025 ne è la prova vivente. OpenAI anticipa i tempi con GPT‑5.2, un modello che promette di ridefinire il rapporto tra uomo e macchina, mentre Google risponde con Gemini Deep Research, pensato per chi deve attraversare oceani di dati in pochi istanti. Non è solo una sfida tecnologica: TIME incorona gli “architetti dell’AI” come Persone dell’Anno, celebrando i protagonisti di questa rivoluzione ma sollevando al contempo il dubbio che il potere si stia concentrando nelle mani di pochi.

In Italia il dibattito si fa concreto: il Ministero dell’Istruzione introduce linee guida per l’uso dell’AI nelle scuole, Bologna inaugura l’Istituto ONU‑AI e il Piemonte sperimenta applicazioni regionali. Intanto il mercato si trasforma: dalle assicurazioni al marketing, fino alle piccole imprese, l’AI diventa motore di crescita e di rischio, aprendo scenari etici e cognitivi che non possono essere ignorati. Le voci dei protagonisti, da Elon Musk a Luciano Floridi, passando per Aranzulla, intrecciano visioni divergenti, tra entusiasmo per la robotica e riflessioni filosofiche sull’impatto sociale.

Questa rassegna racconta un presente sospeso tra promessa e pericolo: l’AI come forza generativa che può democratizzare la conoscenza, ma anche come oligarchia tecnologica che rischia di ridurre la pluralità delle voci. Il futuro è già qui, e la domanda non è più se l’AI cambierà il mondo, ma chi avrà il potere di decidere in quale direzione.