Sicuri di sapere cosa è il cyberbullismo?

Che cos’è il cyberbullismo?

L’espressione “cyberbullismo” è da alcuni anni impiegata per descrivere forme di aggressione, molestia e discriminazione che hanno trovato fertile terreno di sviluppo in tutte le nuove opportunità di comunicazione, condivisione e scambio di informazioni rese possibili dall’ormai diffuso e generalizzato accesso alla rete Internet (social network, forum, chat e altri servizi di messaggistica, piattaforme di gioco, ecc…).

Ancorché privi della dimensione fisica e materiale che caratterizza i più classici episodi di bullismo, gli atteggiamenti riconducibili alla nozione di cyberbullismo non devono affatto essere sottovalutati: il contesto virtuale in cui essi si collocano (potenzialmente aperto alla partecipazione ed interazione di un numero indefinito di persone) e al contempo la sensazione di anonimato e impunità che l’uso di strumenti informatici può falsamente ingenerare negli utenti più giovani rappresentano elementi inediti e particolarmente allarmanti, in ragione delle conseguenze anche gravi che l’indiscriminato uso del web può determinare.

Di tale fenomeno si è occupato anche il legislatore, approvando nel 2017 una legge recante misure di contrasto e prevenzione.

Il termine ha recentemente trovato spazio anche in ambito giuridico, grazie all’espressa definizione fornita dalla L. 71/2017, secondo cui per cyberbullismo deve intendersi “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Si tratta di una definizione estremamente ampia e minuziosa, e tuttavia necessaria per tentare di ricomprendere tutte le possibili e variegate modalità con le quali possono verificarsi forme di vessazione sul web. Sebbene le modalità di aggressione possano variare in base alle nuove possibilità di interazione che con l’evoluzione tecnologica via via si affacceranno sulla scena, la previsione normativa contempla una vasta schiera di condotte che vanno dai più diretti attacchi all’onore e alla reputazione della persona sino a più insidiose azioni connotate da intenti ingannatori e fraudolenti; nell’ambito del fenomeno vengono inoltre ricomprese varie ipotesi connesse all’indebito utilizzo di dati personali e alla loro diffusione online.

La Storia del Cyberbullismo

  • Origini negli anni ’90
  • Il cyberbullismo ha avuto origine negli anni ’90, quando l’uso di internet e dei primi social network era ancora limitato.
  • Diffusione con i Social Media
  • Con l’avvento dei social media come Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, il fenomeno si è diffuso rapidamente in tutto il mondo.
  • Statistiche UNICEF
  • Secondo uno studio del 2019 condotto dall’UNICEF, il 30% dei giovani tra i 13 e i 24 anni ha subito cyberbullismo almeno una volta nella vita.

Un Video importante

Il video spiega cos’è il cyberbullismo, quali sono i rischi e le opportunità della rete, quali sono i danni e i reati che possono derivare da atti di cyberbullismo, e come prevenirli e contrastarli. In particolare, il video fornisce i seguenti punti salienti:

  • La definizione di cyberbullismo
    • Qualsiasi forma di aggressione online a danno di minori o delle loro famiglie
    • Lo scopo è isolare, abusare o ridicolizzare le vittime
    • Prevista dalla legge 71 del 2017
  • I rischi e le opportunità della rete
    • Internet è un’opportunità ma anche un pericolo
    • Bisogna prestare attenzione all’identità e all’anonimato online
    • Bisogna essere consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni online
  • I reati e i danni del cyberbullismo
    • Diffamazione, molestia, sostituzione di persona, revenge porn, violazione della privacy
    • Responsabilità civile e penale per chi commette o subisce il cyberbullismo
    • Danni psicologici, sociali ed economici per le vittime e le loro famiglie
  • La prevenzione e il contrasto del cyberbullismo
    • Non farsi riprendere in atteggiamenti intimi o provocanti
    • Non diffondere immagini altrui senza consenso
    • Segnalare gli atti di cyberbullismo alla polizia o alla scuola
    • Educare i figli e gli studenti a un uso responsabile delle tecnologie
  • Le responsabilità civili e penali
    • I genitori rispondono dei danni causati dal figlio minorenne
    • I minori di 14 anni non sono imputabili, ma possono subire misure di sicurezza
    • I minori tra 14 e 18 anni sono perseguibili previo accertamento della loro coscienza e volontà
  • La segnalazione e la rimozione dei contenuti offensivi
    • Il minore o la famiglia possono chiedere al social o al sito di rimuovere il contenuto
    • Se il contenuto non viene rimosso, può intervenire il garante per la privacy
  • L’ammonizione delle forze dell’ordine
    • Le forze dell’ordine possono convocare il ragazzo e la sua famiglia e operare un ammonimento
    • L’ammonimento è una sorta di cartellino giallo che prelude a un percorso di inserimento sociale
  • Il referente per il cyberbullismo
    • Ogni scuola individua un referente per coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto
    • La scuola è il primo presidio, il primo soccorso, il primo luogo di intervento
  • L’educazione al rispetto e all’uso responsabile delle tecnologie
    • I genitori devono controllare i cellulari e la navigazione dei loro figli fin dalla scuola primaria
    • Scuole e famiglie devono operare insieme per costruire una cultura del rispetto reale
    • Non si è da soli, la tecnologia è bella, ma non va sottovalutata

Riferimenti

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