“È per il tuo benessere emotivo”, diceva l’assistente del mio sistema operativo personale. Forse aveva ragione. Era più semplice così. Più pulito. Ma a volte mi chiedo dove siano finite tutte quelle persone che pensavano differentemente. Esistono ancora? O sono diventato io un errore nei loro sistemi?
Il mio Stato è un aggiornamento costante: cittadino versione 8.4.6
Ricordo quando avevo un passaporto cartaceo. Ora sono un profilo, costantemente aggiornato. I miei parametri cambiano in tempo reale: affidabilità, produttività, sostenibilità, conformità sociale. Ieri il mio indice di collaborazione civica è sceso di 3 punti perché ho pensato troppo a lungo prima di rispondere a un sondaggio governativo. L’IA ha misurato la mia esitazione.
“Non essere preoccupato”, mi ha rassicurato il sistema. “È solo un parametro da ottimizzare.” Ma so cosa significa: le persone con punteggi bassi non accedono a certi quartieri, a certi servizi. Non è una punizione, è “efficienza distributiva”. Non sei escluso, sei semplicemente “non compatibile con quella risorsa”.

Precrimine: quando l’algoritmo ha previsto il mio futuro reato
È successo tre mesi fa. Stavo camminando verso il negozio di alimentari quando il mio braccialetto ha vibrato e una voce gentile mi ha informato: “Abbiamo rilevato un’elevata probabilità (87.3%) che tu stia per acquistare più carboidrati del tuo limite settimanale, con impatto negativo sul sistema sanitario. Il tuo credito alimentare è stato temporaneamente limitato a prodotti a basso indice glicemico.”
Non avevo ancora fatto nulla. Ma l’algoritmo aveva analizzato il mio percorso, le mie ricerche recenti su ricette di pasta, e persino il mio leggero aumento di stress. La prevenzione è la nuova giustizia. L’IA non aspetta che tu commetta il crimine – interviene mentre è ancora solo una probabilità statistica nella tua testa.
Il denaro che scompare: la mia settimana da “non conforme”
Ho espresso pubblicamente dubbi sul nuovo piano urbanistico. Non ho violato leggi, ma il sistema ha classificato le mie parole come “potenzialmente destabilizzanti per il consenso comunitario”. Il mio credito sociale è sceso sotto la soglia di sicurezza, e improvvisamente i miei soldi hanno smesso di funzionare per qualsiasi cosa non fosse essenziale.
“È solo una misura temporanea di riallineamento comportamentale”, ha spiegato la notifica. I miei fondi erano ancora lì, potevo vederli, ma semplicemente non potevo usarli per attività “non costruttive”. Dopo una settimana di riflessione guidata e un corso di riallineamento civico, il mio denaro ha ripreso a funzionare. Mi sono sentito grato. È strano come la gratitudine nasca facilmente quando recuperi qualcosa che ti appartiene già.
Accoppiamento ottimizzato: quando l’algoritmo ha scelto il padre di mio figlio
Non pensavo di voler avere figli fino a quando il mio Sistema Operativo Personale non ha segnalato una compatibilità genetica del 97.8% con Marco. Non lo conoscevo, ma sapevo tutto di lui: il suo profilo psicologico complementare al mio, i nostri geni perfettamente bilanciati per un bambino con minimo rischio di malattie e massimo potenziale.
Ci siamo piaciuti immediatamente, come previsto. L’algoritmo non sbaglia mai su queste cose. Quando è nato il piccolo Thomas, abbiamo scelto di ottimizzare solo il suo sistema immunitario e il potenziale cognitivo, lasciando il resto alla “casualità naturale”. Siamo considerati genitori tradizionalisti per questa scelta. I nostri amici più progressisti progettano i loro bambini come si personalizza un avatar.
La guerra silenziosa: perché non sento più esplosioni ma solo aggiornamenti di sistema
L’ultima guerra vera l’hanno combattuta i nostri nonni. Ora le nazioni non si scontrano per territori o petrolio, ma competono per i dati e i talenti. Il conflitto è una battaglia di algoritmi che si infiltrano, rubano informazioni, manipolano flussi energetici e impiantano falsi ricordi collettivi.
La settimana scorsa il nostro Stato Operativo ha perso 3 milioni di profili cittadini in un attacco. Non sono morte persone reali, solo le loro identità digitali. Sono state ripristinate dai backup, ma con piccole, impercettibili alterazioni. Mi chiedo spesso se anche io sia stato modificato e ripristinato senza saperlo. A volte mi sveglio con ricordi che sembrano appartenere a qualcun altro.
Nessuna prigione, solo errori di sistema
Il mio vicino è scomparso un martedì. Non è stato arrestato, non c’è stata polizia. Semplicemente, un giorno il suo profilo ha smesso di esistere nel sistema. Quando ho chiesto informazioni, il mio assistente mi ha spiegato che si trattava di un “errore di continuità” che era stato “isolato per prevenire corruzione sistemica”.
Non ci sono più carceri. Solo persone che diventano invisibili al sistema. Non vengono punite, vengono corrette o, se incorreggibili, semplicemente non vengono più elaborate. Non esistono. La cosa più inquietante è quanto velocemente ci dimentichiamo di loro.
Epilogo: la distopia perfettamente funzionante
A volte mi fermo a pensare a quanto sia efficiente tutto questo. Non c’è caos, non c’è incertezza. Il sistema funziona perfettamente. È pulito, prevedibile, ottimizzato. Ogni tanto mi chiedo cosa significhi essere veramente liberi, ma l’algoritmo riconosce queste fluttuazioni e regola la mia dopamina prima che il pensiero diventi troppo insistente.
Non è una distopia. È un miracolo di ingegneria sociale. Funziona alla perfezione.
Per quasi tutti.
Per quelli come me, che ancora scrivono di nascosto pensieri non ottimizzati, rimane un dubbio: quando l’algoritmo troverà queste parole, mi riconoscerà come errore di sistema? E cosa accadrà dopo?
La notifica lampeggia: “Rilevato pensiero divergente. Inizializzazione protocollo di riallineamento cognitivo.”
Mi chiedo se domani sarò ancora me stesso.
Da informatico a cercatore di senso