Introduzione
Nel brano che segue, il filosofo definito da molti come l’eretico moderno, Gunther Anders, espone una riflessione sorprendentemente attuale sulla natura del controllo sociale e politico. Le sue parole risuonano con una lucidità inquietante, tanto da apparire quasi profetiche, pur essendo state scritte nel lontano 1956.
Condizionamento e Controllo Sociale
Per prevenire ogni rivolta futura, non è necessario ricorrere alla violenza; i metodi brutali utilizzati da regimi passati sono ormai superati. La strategia più efficace consiste nel creare un condizionamento collettivo così potente da rendere impensabile l’idea stessa di ribellione. Questa manipolazione deve iniziare fin dalla nascita, limitando le abilità biologiche innate degli individui e continuare con una drastica riduzione dell’istruzione, trasformandola in mero inserimento professionale.
Un individuo ignorante, con un orizzonte di pensiero ristretto a preoccupazioni mediocri, è meno incline alla rivolta. Per assicurarsi che l’accesso al sapere diventi sempre più elitario, si deve creare un divario crescente tra il popolo e la scienza. L’informazione destinata al grande pubblico deve essere privata di qualsiasi contenuto sovversivo.
La Cultura dell’Intrattenimento e dell’Evasione
La filosofia deve essere bandita e sostituita con una cultura di intrattenimento che aduli l’emotività e l’istinto. La televisione, in particolare, deve diffondere contenuti futili e giocosi, impedendo alla mente di pensare criticamente. La sessualità, elevata a principale interesse umano, funge da tranquillante sociale.
In generale, la serietà deve essere bandita dall’esistenza, e tutto ciò che ha un valore elevato deve essere ridicolizzato. La promozione costante della leggerezza deve trasformarsi nello standard della felicità umana e nel modello di libertà. Questo condizionamento sociale produce individui che temono esclusivamente l’esclusione dal sistema, vedendo in essa la privazione delle condizioni necessarie alla felicità.
Il Potere Invisibile e Impercettibile
L’uomo di massa prodotto da questo sistema deve essere trattato come un vitello, monitorato come un gregge. Ogni elemento che potrebbe risvegliare la sua lucidità deve essere soffocato o ridicolizzato. Le dottrine che mettono in discussione il sistema devono essere demonizzate e i loro sostenitori marginalizzati.
Gunther Anders descrive questo come “totalitarismo morbido”, un sistema che non necessita della violenza brutale dei regimi passati perché ottiene obbedienza automatica e incondizionata grazie alla sua impercettibile ma efficiente macchina di omologazione. Il potere risiede nella sua invisibilità, fraintesa come non esistenza, simile a un “Deus Absconditus” i cui decreti sono insondabili e imperscrutabili.
Conclusione
Quanto più totale è il potere, tanto più muto è il suo comando. E quanto più muto è il comando, tanto più naturale diventa la nostra obbedienza. Questa obbedienza naturale consolida l’illusione di libertà, rafforzando ulteriormente il potere. Anders ci invita a riflettere su questa realtà e a riconoscere i meccanismi sottili attraverso i quali il controllo viene esercitato nella società moderna.
Gunther Anders, “L’uomo è antiquato”, un’opera che continua a provocare e a stimolare il pensiero critico, ci esorta a non dare per scontata la nostra libertà e a rimanere vigili di fronte ai meccanismi di controllo invisibili che pervadono la nostra vita quotidiana.
Dimenticavo: perché il titolo L’uomo è antiquato?
Il titolo “L’uomo è antiquato” di Gunther Anders riflette una profonda critica sulla condizione dell’umanità nell’era tecnologica. Anders utilizza questo titolo per esprimere l’idea che l’essere umano, con le sue capacità e i suoi valori tradizionali, sia diventato obsoleto in confronto al rapidissimo avanzamento delle macchine e delle tecnologie moderne.
Ecco alcune ragioni specifiche per cui Anders potrebbe aver scelto questo titolo:
- Disparità tra Uomo e Tecnologia: Anders osserva che il progresso tecnologico ha superato di gran lunga la capacità umana di comprendere e controllare i propri strumenti. L’uomo, nel suo sviluppo evolutivo naturale, non è più in grado di tenere il passo con le invenzioni che crea, rendendolo antiquato rispetto alle sue stesse creazioni.
- Alienazione e Deumanizzazione: L’autore sottolinea come la tecnologia moderna contribuisca all’alienazione dell’uomo, allontanandolo dai processi naturali e dalle sue interazioni sociali tradizionali. Questa alienazione fa sì che l’uomo diventi una sorta di relitto in un mondo dominato dalle macchine e dai sistemi automatizzati.
- Riflessione sulla Modernità e il Progresso: Il titolo induce a una riflessione critica sulla modernità e su cosa significhi realmente il progresso. Anders mette in discussione l’idea che il progresso tecnologico rappresenti un miglioramento in senso assoluto, suggerendo invece che potrebbe portare a una regressione umana in termini di valori, etica e capacità critiche.
- Totalitarismo Morbido: Come discusso nel brano, Anders parla di un “totalitarismo morbido” in cui l’uomo viene manipolato e condizionato fin dalla nascita. In questo contesto, l’uomo diventa un ingranaggio in un sistema più grande, perdendo la sua individualità e la capacità di ribellarsi, ulteriormente contribuendo alla sua antiquatezza.
- Obsolescenza dell’Esistenza Tradizionale: Il titolo può anche essere interpretato come una critica alla percezione che la vita umana tradizionale, con le sue relazioni e il suo ritmo naturale, sia vista come superata o non necessaria in una società dominata dalla tecnologia.
Gunther Anders, attraverso “L’uomo è antiquato”, ci invita a riflettere sulla nostra posizione nel mondo moderno e sulle implicazioni etiche e sociali del progresso tecnologico, sottolineando il rischio di perdere la nostra umanità in un contesto sempre più dominato dalle macchine e dalle strutture di potere invisibili.