Il grande inganno dell’Intelligenza Artificiale: mito e realtà

Negli ultimi anni si è diffusa una narrativa allarmistica sull’Intelligenza Artificiale (AI), che dipinge scenari apocalittici di macchine senzienti pronte a prendere il controllo dell’umanità. Tuttavia, come sottolineato da esperti del calibro di Federico Faggin, pioniere dei microprocessori, questa visione è profondamente fuorviante e nasconde i veri rischi legati allo sviluppo dell’AI.

Faggin, nel corso di una recente intervista, ha chiarito in modo netto che le attuali AI sono ben lontane dall’avere una vera coscienza o libero arbitrio. Si tratta di sistemi estremamente sofisticati di elaborazione dati, ma privi di quella creatività e consapevolezza tipiche della mente umana. L’idea di una Intelligenza Artificiale Generale (AGI) in grado di superare l’uomo in ogni campo rimane per ora confinata alla fantascienza.

Il vero pericolo, secondo Faggin, risiede piuttosto nell’uso distorto che l’uomo può fare di queste tecnologie. La propaganda sulla “superintelligenza” artificiale serve in realtà a distogliere l’attenzione dai concreti rischi di abuso legati alla crescente centralizzazione del potere tecnologico.

Lo sviluppo dell’AI sta infatti portando a una concentrazione senza precedenti di dati e capacità computazionali nelle mani di poche grandi corporation. Questo solleva seri interrogativi in termini di privacy, manipolazione dell’informazione e controllo sociale. Il rischio è quello di derive autoritarie facilitate da sistemi di sorveglianza di massa sempre più pervasivi.

Inoltre, l’eccessiva fiducia nell’AI rischia di portare a una progressiva deresponsabilizzazione dell’essere umano, delegando decisioni cruciali a sistemi automatizzati privi di reale comprensione o sensibilità etica. Come sottolinea Faggin, è fondamentale mantenere il primato della coscienza e creatività umana, utilizzando l’AI come strumento e non come surrogato del pensiero.

In conclusione, la narrazione dominante sull’AI appare sempre più come un grande inganno volto a nascondere i veri nodi critici. È tempo di superare le paure irrazionali per concentrarsi sui concreti rischi di abuso di queste tecnologie. Solo mantenendo una visione lucida e un saldo controllo umano sarà possibile cogliere le enormi opportunità dell’AI senza cadere vittime dei suoi potenziali lati oscuri.

Federico Faggin : l’Ai e la coscienza

federico Faggin

Anche Luciano Floridi………………

in questo contesto. Floridi, filosofo italiano specializzato in etica dell’informazione e filosofia dell’intelligenza artificiale, condivide effettivamente una visione simile a quella espressa dal Prof. Faggin riguardo all’improbabilità di macchine veramente senzienti.

Ecco alcuni punti chiave della posizione di Floridi su questo argomento:

  1. Distinzione tra intelligenza e coscienza: Floridi sottolinea che l’intelligenza artificiale può essere molto sofisticata senza necessariamente possedere coscienza o senzienza.
  2. Scetticismo sulla “strong AI”: Come Faggin, Floridi è scettico riguardo alla possibilità di creare una “strong AI” o intelligenza artificiale generale che possa eguagliare o superare l’intelligenza umana in tutti gli aspetti, inclusa la coscienza.
  3. Focalizzazione sugli aspetti etici: Anziché preoccuparsi di futuristiche AI senzienti, Floridi enfatizza l’importanza di concentrarsi sulle questioni etiche attuali relative all’uso dell’AI, come la privacy, l’equità e la trasparenza.
  4. Concetto di “infosfera”: Floridi ha sviluppato il concetto di “infosfera”, un ambiente informativo in cui gli umani interagiscono con le tecnologie digitali. Secondo lui, dobbiamo concentrarci su come gestire eticamente questa infosfera piuttosto che preoccuparci di scenari di AI senzienti.
  5. Approccio pragmatico: Floridi promuove un approccio pragmatico all’AI, focalizzandosi su come possiamo utilizzarla per migliorare la condizione umana, piuttosto che speculare su scenari futuristici.

La posizione di Floridi si allinea con quella di Faggin nel senso che entrambi vedono l’AI come uno strumento potente ma limitato, che non possiede né possiederà nel prossimo futuro le qualità uniche della coscienza umana. Entrambi sottolineano l’importanza di un uso etico e consapevole dell’AI, mantenendo il controllo umano sulle decisioni critiche.

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Luciano Floridi

Biografie

Certamente, ecco le biografie di Luciano Floridi e Federico Faggin:

Luciano Floridi

Luciano Floridi è un filosofo italiano noto per i suoi contributi alla filosofia dell’informazione e all’etica digitale. Nato a Roma il 16 novembre 1964, Floridi ha studiato filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma, dove ha conseguito il dottorato nel 1988. Ha poi proseguito la sua formazione nel Regno Unito, presso l’Università di Warwick e l’Università di Oxford.

Floridi ha insegnato filosofia all’Università di Bari e ha ricoperto il ruolo di professore di logica e filosofia della scienza presso l’Università di Oxford, dove è stato anche direttore del Digital Ethics Lab presso l’Oxford Internet Institute. È noto per aver coniato il termine “infosfera” per descrivere l’ambiente globale dell’informazione e delle comunicazioni digitali, e ha scritto ampiamente su come le tecnologie digitali influenzano la nostra comprensione del mondo e la nostra vita quotidiana.

Tra le sue opere più significative si annoverano “The Fourth Revolution: How the Infosphere is Reshaping Human Reality” e “The Ethics of Information”, testi che hanno ricevuto ampi consensi per la loro capacità di trattare temi complessi in modo accessibile. Floridi è anche stato membro di diverse commissioni etiche e di consulenza per organizzazioni internazionali, contribuendo a plasmare le politiche riguardanti l’intelligenza artificiale e la gestione dei dati.

Federico Faggin

Federico Faggin è un fisico, ingegnere e imprenditore italiano, celebre per aver sviluppato il primo microprocessore commerciale. Nato a Vicenza il 1 dicembre 1941, Faggin ha studiato fisica all’Università di Padova, dove ha conseguito la laurea nel 1965. Dopo aver lavorato in Italia presso l’Olivetti, si trasferì negli Stati Uniti, dove iniziò a lavorare per la Fairchild Semiconductor.

È qui che Faggin ha sviluppato il processo MOS silicon gate, una tecnologia fondamentale per la realizzazione dei microprocessori. Nel 1970, si unì alla Intel, dove guidò il progetto che portò alla creazione dell’Intel 4004, il primo microprocessore commerciale al mondo, lanciato nel 1971. Questo chip rivoluzionò l’industria dell’informatica e pose le basi per lo sviluppo dei moderni computer.

Dopo Intel, Faggin co-fondò Zilog, una delle prime aziende a produrre microprocessori dedicati, tra cui il famoso Z80, ampiamente utilizzato negli anni ’70 e ’80. Successivamente, ha fondato Synaptics, una società specializzata in tecnologie di interfaccia uomo-macchina, che ha sviluppato i primi touchpad e touchscreen commerciali.

Nel corso della sua carriera, Faggin ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione degli Stati Uniti, conferita dal presidente Barack Obama nel 2009. Oltre al suo contributo all’industria tecnologica, Faggin ha anche esplorato temi legati alla coscienza e alla natura della realtà, fondando la Federico and Elvia Faggin Foundation per sostenere la ricerca in questi campi.

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