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Download Article as PDF (ENG)Il Confessionale 2.0: Tra Innovazione e Tradizione ⛪🤖
Immaginate: entrate nel confessionale, e invece del volto familiare di un prete, vi trovate di fronte a un ologramma di Gesù, che vi guarda con occhi digitali, pronto ad ascoltarvi in centinaia di lingue. Non assolve i peccati, sia chiaro. Offre conforto, consigli, spunti di riflessione, attingendo a un database immenso, costruito sulle parole del Nuovo Testamento. Un’esperienza “immersiva”, la definiscono i creatori, un incontro con il divino mediato dalla tecnologia.
L’idea, frutto dell’Immersive Realities Research Lab dell’Università di Lucerna, è quella di creare un’esperienza spirituale accessibile a tutti, 24 ore su 24, superando barriere linguistiche e culturali. Un “Deus in machina” che solleva interrogativi profondi: l’IA può davvero sostituire la figura del sacerdote? Può la tecnologia mediare un’esperienza autenticamente spirituale? O si tratta di un’operazione “eretica”, che banalizza il sacro e lo riduce a un algoritmo?
Mille Anime al Confronto con il Divino Digitale 🙏💻
E i fedeli? Cosa ne pensano? In due mesi, più di mille persone si sono confrontate con il Cyber-Gesù, attratte dalla curiosità o forse da un bisogno profondo di connessione spirituale. E le reazioni, come prevedibile, sono state molteplici. Chi ha parlato di un’esperienza “sorprendente”, “spirituale”, “consolatoria”. Chi, invece, ha lamentato la superficialità delle risposte, l’asetticità del dialogo, la mancanza di quella human touch che solo un essere umano può offrire.
E poi, il grande tema della privacy: dove finiscono le nostre confessioni digitali? Chi le ascolta? Per quanto tempo vengono conservate? Il Cyber-Gesù rispetta il segreto confessionale? Domande scomode, che ci obbligano a riflettere sui rischi etici legati all’uso dell’IA, soprattutto in un ambito delicato come quello della fede.
Un Esperimento che Provoca e Interroga 🤔
Al di là delle polemiche, il progetto “Deus in machina” ha il merito di provocare, di interrogare, di spingerci a riflettere sul ruolo della tecnologia nella nostra vita, anche in quella spirituale. Come ha dichiarato il teologo Marco Schmid, l’obiettivo non è sostituire il clero con chatbot, ma stimolare un dibattito sull’impatto dell’IA nella religione e nella società.
E allora, Cyber-Gesù: miracolo tecnologico o esperimento eretico? Forse nessuna delle due cose. Forse è semplicemente uno specchio, che riflette le nostre ansie, le nostre speranze, le nostre contraddizioni nell’era digitale. Uno specchio che ci invita a interrogarci sul futuro della fede, sulla natura del sacro, sul senso stesso dell’essere umani in un mondo sempre più permeato dalla tecnologia. Un mondo dove anche il divino, sembra, si è fatto digitale.
Da informatico a cercatore di senso