L’Ombra della Guerra: Vivere in un’Era di Conflitto Permanente

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Marco Guzzi


Il Sistema della Guerra sull’Orlo del Baratro

La luce dei riflettori illumina Marco Guzzi mentre, con voce calma ma ferma, disseziona l’anatomia del nostro tempo. Non parla di battaglie, né di strategie militari nel senso classico. Parla di un “sistema della guerra”, un Leviatano invisibile che permea ogni aspetto della nostra esistenza, un virus che si annida nel cuore stesso della civiltà. Un sistema, afferma, che è omicida, distruttivo e radicato in una frattura primordiale: la separazione.


Il Veleno nella Sorgente: Viaggio nel Cuore del Sistema della Guerra

L’eco delle sue parole risuona nella sala gremita, rimbalzando contro i muri come proiettili invisibili. Guzzi dipinge un quadro inquietante. La separazione, ci dice, è la matrice di ogni conflitto. Dalla separazione nasce la paura dell’altro, la necessità di difesa, la corsa agli armamenti. La difesa, lungi dall’essere una soluzione, è la linfa vitale che alimenta la guerra stessa. L’idea che la pace si possa ottenere preparandosi alla guerra, tuona Guzzi, è una “barzelletta” macabra, una menzogna che ci raccontiamo per giustificare l’ingiustificabile.

E in questo teatro dell’assurdo, i presunti salvatori del mondo – i moderni demiurghi tecnologici come Elon Musk, i leader populisti come Donald Trump – si rivelano, nella visione di Guzzi, come semplici burattini, ingranaggi di un meccanismo più grande che li trascende. Sono gli alfieri del sistema della guerra, vestiti di promesse luccicanti ma destinati a perpetuare il ciclo infinito di violenza e separazione.

La politica, nel frattempo, si dibatte in un pantano di menzogne, incapace di offrire soluzioni reali. Si nutre del conflitto, lo alimenta con retorica incendiaria e polarizzante, mentre la pace diventa una chimera, un miraggio che svanisce ogni volta che sembra a portata di mano.

La verità, sostiene Guzzi, è che la pace, come la intendiamo comunemente, non esiste più. Il sistema della guerra è diventato una legge universale, un buco nero che inghiotte ogni speranza di armonia. Anche in tempo di pace, la guerra continua, sotto forma di “usura dell’ente”, un lento stillicidio che erode la nostra umanità, la nostra capacità di empatia, la nostra stessa essenza. La guerra è ovunque: nella competizione sfrenata, nello sfruttamento, nell’indifferenza verso la sofferenza altrui.

Ma Guzzi non si limita alla diagnosi. Lancia un appello alla rivoluzione, una rivoluzione che non si combatte con le armi, ma con la cura. Una rivoluzione che parte dalla consapevolezza che la separazione è un’illusione, che l’unità è la nostra vera natura. Propone un atto spirituale, libero, creativo, autonomo e collettivo. Un atto di coraggio che ci permetta di trascendere la paura e di abbracciare l’altro.

Marco Guzzi
Marco Guzzi

E qui, nel cuore della sua visione, emerge un concetto potente, quasi alchemico: “fare oro”. Trasformare gli anni dolorosi, le ferite inferte dal sistema della guerra, in un’opportunità di crescita, di guarigione, di rinascita. La cura della sofferenza personale, afferma Guzzi, è l’atto più rivoluzionario che possiamo compiere. Non una fuga dal mondo, ma un impegno attivo per trasformarlo, a partire da noi stessi.

Citando Heidegger, Guzzi ricorda che le guerre mondiali hanno soppresso la differenza tra guerra e pace, immergendo il mondo in un caos permanente. La separazione dall’essere, spiega, genera cecità e sordità, ci rende incapaci di vedere la bellezza, di ascoltare il grido di dolore dell’umanità. In questo contesto, la domanda “quando ci sarà pace?” perde ogni significato. Non è questione di quando, ma di come. Come possiamo spezzare le catene della separazione? Come possiamo guarire le ferite del sistema della guerra?

La risposta, per Guzzi , risiede in un nuovo tipo di assemblea, un’assemblea che non sia un mero palcoscenico politico, ma un luogo di accoglienza, di cura, di trasformazione. Un’ “Ecclesia”, una convocazione, una chiamata a uscire dal sistema della guerra e a costruire un nuovo mondo. Un luogo dove l’umanità, finalmente libera dalle catene della separazione, possa rinascere dalle proprie ceneri.

Quest’assemblea, immaginata come una casa per gli esiliati, per coloro che non si riconoscono più nel mondo attuale, sarebbe laica e pubblica, aperta a tutti, senza distinzioni di credo o ideologia. Un luogo dove la parola non sia più un’arma, ma uno strumento di costruzione, un mattone per edificare la casa del nostro essere nascente. Un luogo dove la guarigione individuale si intrecci con la guarigione collettiva, in un processo di trasformazione reciproca.

Questa visione non nasce dal nulla. È il frutto di un percorso, di un movimento chiamato “darsi pace”, iniziato nel 2023 con la presentazione della Carta della Nuova Umanità. Un movimento consapevole dell’impossibilità di mediazione con i sistemi dominanti, un movimento che ha scelto di non partecipare ai dibattiti pubblici tradizionali, considerati inutili e manipolati, un vomito di contenuti indigeriti.

La civiltà egoico-bellica, conclude Guzzi, è entrata nella sua fase finale, e la sua vera natura si rivela sempre più apertamente. La NATO, lungi dall’essere un’alleanza difensiva, è un ingranaggio del sistema della guerra. La politica, incapace di offrire soluzioni coerenti, continua a perpetuare il ciclo di violenza e separazione.

Di fronte a questo scenario desolante, l’unica via d’uscita, l’unica speranza di un futuro diverso, risiede nella creazione di un’assemblea terapeutica e rivoluzionaria. Un luogo dove possiamo finalmente “fare oro” delle nostre ferite, dove possiamo guarire dalla malattia della separazione, dove possiamo costruire un nuovo mondo basato sull’unità, sulla compassione, sulla cura reciproca. Un mondo in cui la pace non sia più un’utopia, ma una realtà tangibile, radicata nel cuore stesso dell’essere umano.

Il Sistema della Guerra inizia dentro di noi

Nel pensiero di Guzzi, e in molte altre correnti filosofiche e psicologiche, il “sistema della guerra” non è semplicemente un insieme di conflitti geopolitici o militari. È, più profondamente, una condizione interiore, una dinamica psicologica e spirituale che si radica nella separazione e nella paura.

Ecco come possiamo riassumere questo concetto:

  • La Separazione Interiore: Il punto di partenza è la percezione di essere separati dagli altri, dalla natura e persino da parti di noi stessi. Questa separazione genera un senso di isolamento, di incompletezza e di vulnerabilità.
  • La Paura e la Difesa: Dalla separazione nasce la paura. Paura dell’altro, paura del diverso, paura di perdere ciò che abbiamo o ciò che crediamo di essere. Per difenderci da questa paura, costruiamo muri, sia fisici che psicologici. Ci armiamo, ci chiudiamo in noi stessi, diventiamo aggressivi.
  • La Proiezione sull’Esterno: Questa dinamica interiore di separazione e difesa viene poi proiettata sul mondo esterno. Vediamo nemici ovunque, ci sentiamo costantemente minacciati, interpretiamo le azioni degli altri come attacchi. In questo modo, la guerra interiore si trasforma in guerra esteriore.
  • Il Ciclo Infinito: La guerra esteriore, a sua volta, alimenta la guerra interiore. La violenza, la sofferenza, l’ingiustizia che vediamo nel mondo rafforzano la nostra paura e la nostra percezione di separazione, innescando un ciclo infinito di violenza e contro-violenza.

Quindi, secondo questa prospettiva, per superare il sistema della guerra non è sufficiente deporre le armi o firmare trattati di pace. È necessario un cambiamento più profondo, una trasformazione interiore che ci permetta di superare la separazione e di abbracciare l’unità. Questo cambiamento inizia con la consapevolezza della nostra condizione interiore, con l’assunzione di responsabilità per la nostra parte nel sistema della guerra, e con l’impegno a coltivare la compassione, l’empatia e la connessione con gli altri e con il mondo che ci circonda.

Confrontare il “sistema della guerra” nel passato e nel presente

Confrontare il “sistema della guerra” nel passato e nel presente è un esercizio complesso, ma possiamo individuare alcune differenze e somiglianze significative.

Sistema della Guerra nel Passato:

  • Caratteristiche:
    • Conflitti localizzati: Le guerre erano spesso circoscritte a determinate aree geografiche e coinvolgevano un numero limitato di attori.
    • Motivazioni territoriali ed economiche: Le guerre erano principalmente scatenate dalla volontà di espandere i propri territori, controllare risorse strategiche o imporre la propria egemonia su altre popolazioni.
    • Combattimento diretto: Le guerre si combattevano prevalentemente sul campo di battaglia, con scontri corpo a corpo o con l’uso di armi relativamente rudimentali.
    • Distinzione più netta tra guerra e pace: C’era un inizio e una fine delle ostilità più definiti, e periodi di pace in cui le attività belliche cessavano completamente.
    • Ruolo della religione e dell’ideologia: La religione e l’ideologia erano spesso utilizzate per giustificare le guerre e per motivare i combattenti.
    • Coinvolgimento limitato della popolazione civile: Sebbene le popolazioni civili subissero le conseguenze delle guerre, il loro coinvolgimento diretto nelle ostilità era generalmente limitato.

Sistema della Guerra Attuale:

  • Caratteristiche:
    • Conflitti globalizzati: Le guerre possono coinvolgere attori provenienti da tutto il mondo e avere ripercussioni a livello globale.
    • Motivazioni complesse: Le guerre attuali sono spesso scatenate da una combinazione di fattori economici, politici, ideologici, etnici e religiosi.
    • Guerra ibrida: Le guerre non si combattono più solo sul campo di battaglia, ma anche nel cyberspazio, nell’economia, nell’informazione e nella cultura. Si utilizzano armi convenzionali, armi di distruzione di massa, droni, cyberattacchi, propaganda e disinformazione.
    • Confine sfumato tra guerra e pace: La guerra è diventata una condizione permanente, con conflitti a bassa intensità, operazioni segrete, guerre per procura e terrorismo che si protraggono nel tempo.
    • Ruolo della tecnologia: La tecnologia ha un ruolo sempre più importante nelle guerre attuali, sia per lo sviluppo di nuove armi che per la gestione delle operazioni militari e la diffusione della propaganda.
    • Coinvolgimento massiccio della popolazione civile: Le guerre attuali causano un numero elevato di vittime civili, sia direttamente che indirettamente (carestie, epidemie, migrazioni forzate).

Somiglianze tra Passato e Presente:

  • Radice psicologica: In entrambi i casi, il sistema della guerra si radica nella separazione, nella paura, nella volontà di dominio e nella ricerca di potere.
  • Uso della violenza: La violenza rimane lo strumento principale per risolvere i conflitti, anche se le forme e le modalità di espressione della violenza sono cambiate nel tempo.
  • Propaganda e manipolazione: In entrambi i casi, la propaganda e la manipolazione dell’informazione sono utilizzate per giustificare le guerre e per ottenere il sostegno dell’opinione pubblica.
  • Interessi economici: Gli interessi economici giocano un ruolo importante in tutte le guerre, sia nel passato che nel presente.

Differenze Fondamentali:

  • Globalizzazione e interconnessione: La globalizzazione e l’interconnessione del mondo attuale hanno reso i conflitti più complessi e interdipendenti. Le guerre possono avere conseguenze a livello globale, e la risoluzione dei conflitti richiede una cooperazione internazionale più ampia.
  • Tecnologia: La tecnologia ha trasformato radicalmente il modo in cui si combattono le guerre, rendendole più letali, più pervasive e più difficili da controllare.
  • Coinvolgimento della società civile: La società civile è sempre più coinvolta nei conflitti, sia come vittima che come attore. I movimenti pacifisti, le organizzazioni umanitarie e i media giocano un ruolo sempre più importante nel denunciare le guerre e nel promuovere la pace.

In conclusione, il sistema della guerra nel passato e nel presente presenta sia somiglianze che differenze significative. Mentre le radici psicologiche e gli interessi economici alla base dei conflitti rimangono gli stessi, la globalizzazione, la tecnologia e il coinvolgimento della società civile hanno trasformato radicalmente il modo in cui si combattono le guerre e il loro impatto sul mondo. Comprendere queste evoluzioni è fondamentale per affrontare le sfide del nostro tempo e per costruire un futuro di pace.

Confrontare il "sistema della guerra" nel passato e nel presente
Confrontare il “sistema della guerra” nel passato e nel presente

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FAQ: Il Sistema della Guerra sull’Orlo del Baratro

Cos’è il “sistema della guerra” secondo Marco Guzzi?

Guzzi descrive il “sistema della guerra” come un Leviatano invisibile che permea ogni aspetto della nostra esistenza, un virus radicato nella frattura primordiale della separazione. È un sistema omicida, distruttivo e onnipresente.

Come la separazione alimenta il ciclo della violenza?

Secondo Guzzi, la separazione genera paura, necessità di difesa e corsa agli armamenti, alimentando così il ciclo infinito della violenza. Anche i presunti salvatori del mondo sono visti come semplici burattini di questo meccanismo più grande.

Perché Guzzi afferma che la vera pace non esiste più?

Guzzi sostiene che il sistema della guerra è diventato una legge universale, erodendo la nostra umanità e la nostra capacità di empatia. La guerra continua anche in tempo di pace, sotto forma di “usura dell’ente”, un lento stillicidio che erode la nostra essenza.

Quale è la proposta di Guzzi per superare il sistema della guerra?

Guzzi lancia un appello alla rivoluzione, non con le armi, ma con la cura e la consapevolezza che la separazione è un’illusione e l’unità è la nostra vera natura. Egli propone la creazione di un’assemblea terapeutica e rivoluzionaria, un’Ecclesia laica e pubblica, dove possiamo “fare oro” delle nostre ferite e costruire un nuovo mondo basato sull’unità, sulla compassione e sulla cura reciproca.

Dove inizia il cambiamento secondo Guzzi?

Secondo Guzzi, il cambiamento inizia dall’interno, dalla consapevolezza che il “sistema della guerra” ha le sue radici in una condizione interiore di separazione, paura e proiezione sull’esterno. Solo superando questa dinamica psicologica e spirituale possiamo sperare di trasformare il mondo e costruire una pace duratura.

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