La dichiarazione d’intenti
- La guida etica all’uso dell’intelligenza artificiale è un documento pubblicato dal Vaticano nel luglio 2023, in collaborazione con Microsoft e IBM, con l’obiettivo di promuovere un uso responsabile e umano dell’intelligenza artificiale, in linea con i principi della dottrina sociale della Chiesa1.
- La guida si basa su sei principi fondamentali: dignità umana, bene comune, non discriminazione, solidarietà, partecipazione e democrazia, trasparenza e responsabilità. Questi principi si ispirano alla Dichiarazione universale dei diritti umani e alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea1.
- La guida si rivolge a tutti gli attori coinvolti nello sviluppo e nell’uso dell’intelligenza artificiale, come ricercatori, sviluppatori, fornitori, utenti, regolatori, educatori e leader religiosi. La guida invita a rispettare la dignità e i diritti delle persone, a proteggere la privacy e i dati personali, a prevenire e contrastare le discriminazioni e le disuguaglianze, a promuovere l’inclusione e la cooperazione, a garantire la partecipazione e il controllo democratico, a assicurare la trasparenza e la spiegabilità dei processi e delle decisioni, a rendere conto delle conseguenze e dei rischi dell’intelligenza artificiale1.
- La guida si inserisce nel contesto di un dibattito globale sull’etica dell’intelligenza artificiale, che coinvolge diverse istituzioni, organizzazioni e paesi. Alcuni esempi di iniziative simili sono le linee guida etiche dell’Unione europea2, le linee guida etiche della Cina3, le linee guida etiche degli Stati Uniti4 e le linee guida etiche dell’UNESCO5. Queste iniziative condividono alcuni principi comuni, ma differiscono per alcuni aspetti, come il grado di regolamentazione, il ruolo dell’innovazione, il peso dei valori culturali e religiosi.
Un pò d’ipocrisia
Secondo me, la guida etica all’uso dell’intelligenza artificiale è un documento importante e significativo, perché mostra la volontà della Chiesa di dialogare e collaborare con il mondo scientifico e tecnologico, per contribuire a orientare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale verso il bene comune e il rispetto della dignità umana. Penso anche che la guida sia un invito a riflettere sulle sfide e le opportunità che l’intelligenza artificiale pone alla società e alla persona, e a cercare di trovare un equilibrio tra i benefici e i rischi che essa comporta. Infine, credo che la guida sia un esempio di come sia possibile costruire un consenso etico globale sull’intelligenza artificiale, basato su principi universali e condivisi, pur rispettando le diversità e le specificità di ogni contesto e cultura.
Per esempio la Cina ha un approccio diverso dall’Europa e da altri paesi in materia di etica dell’intelligenza artificiale. La Cina si basa sui valori confuciani e sull’ideologia socialista, che pongono al centro l’obiettivo dell’armonia sociale, da conseguire anche attraverso elementi di controllo morale e sorveglianza da parte del governo1. La Cina ha anche interessi strategici e economici nello sviluppo e nell’uso dell’intelligenza artificiale, che possono entrare in conflitto con i principi etici universali.
Questo non significa che la Cina sia coerente e trasparente nell’applicazione dei principi etici all’intelligenza artificiale. Ci sono molti casi documentati di violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte della Cina, che si avvale dell’intelligenza artificiale per la sorveglianza, la censura, la repressione e la manipolazione dei cittadini. Questi casi sono motivo di preoccupazione e di condanna da parte della comunità internazionale.
Alcuni esempi di uso potenzialmente malsano o in alcuni casi già concretamente in essere dell’AI sono:
- La disinformazione: l’intelligenza artificiale può essere usata per generare o diffondere notizie false, immagini manipolate, video deepfake, che possono influenzare l’opinione pubblica, la politica, la sicurezza e la democrazia1.
- La perdita del lavoro: l’intelligenza artificiale può sostituire o ridurre il ruolo degli esseri umani in molti settori, come l’industria, i servizi, l’agricoltura, causando disoccupazione, precarietà, perdita di competenze e di dignità2.
- La crescita delle disuguaglianze: l’intelligenza artificiale può accentuare le differenze tra i paesi e le persone più ricche e più povere, in termini di accesso alle risorse, alle opportunità, all’istruzione, alla salute, alla giustizia2.
- La privacy: l’intelligenza artificiale può violare la riservatezza e la protezione dei dati personali degli individui, attraverso la raccolta, l’analisi, il trasferimento e l’uso non autorizzato o non consensuale delle informazioni2.
- La perdita dei rapporti umani: l’intelligenza artificiale può diminuire la qualità e la quantità delle interazioni sociali e affettive tra le persone, favorendo l’isolamento, la solitudine, la dipendenza, la perdita di empatia e di valori2.
- I problemi etici: l’intelligenza artificiale può sollevare questioni morali e filosofiche, come la responsabilità, la dignità, la libertà, l’identità, il senso della vita, il rapporto tra l’essere umano e la macchina2.
- Le crisi finanziarie: l’intelligenza artificiale può causare instabilità e turbolenze nei mercati finanziari, a causa della velocità, della complessità e della mancanza di trasparenza delle operazioni e delle decisioni basate sull’AI2.
Questi sono solo alcuni esempi di possibili rischi derivanti dall’uso dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’intelligenza artificiale può anche avere effetti positivi, se usata con responsabilità, etica e umanità, per il bene comune e il rispetto della dignità umana. Per questo, è importante che ci sia una regolamentazione, un controllo, una partecipazione e una consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti nello sviluppo e nell’uso dell’intelligenza artificiale, come i governi, le istituzioni, le aziende, i ricercatori, gli utenti e i cittadini2.
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