Privacy a rischio sulle quattro ruote: le automobili raccolgono più dati di quanto pensi

Automobili e privacy: un binomio sempre più a rischio

Le automobili moderne sono sempre più connesse e intelligenti, ma anche sempre più invadenti nella raccolta e nella gestione dei dati personali degli utenti. Questo è quanto emerge da uno studio della Mozilla Foundation, che ha esaminato la questione della privacy di 25 fra i maggiori marchi automobilistici globali. Lo studio ha rivelato delle falle enormi nella protezione dei dati, che potrebbero esporre gli utenti a rischi di furto, tracciamento, profilazione e manipolazione.

Uno studio della Mozilla Foundation preoccupante

Secondo lo studio, ogni marchio esaminato ha raccolto più dati personali del necessario, utilizzando per esempio tali informazioni per un motivo diverso dalla guida di un veicolo e dalla gestione del rapporto con il conducente. Le fonti di dati sono diverse, dall’interazione fra guidatore e passeggeri con l’automobile ai servizi connessi fino alle app del costruttore e all’entertainment di terze parti. Si è scoperto che nelle categorie di dati che potrebbero essere raccolti dalle Case entrano, in alcuni casi, attività sessuale e informazioni genetiche.

Per esempio, nella privacy policy di Honda si parla di “Informazioni personali raccolte ai sensi del Codice civile californiano paragrafo 1798.80(e)”, che “includono ma non sono limitate a istruzione, occupazione, storia lavorativa, numero di conto bancario, numero di carta di credito, numero di carta di debito o qualsiasi altra informazione finanziaria, informazione medica o informazioni sull’assicurazione sanitaria”. Questa massa enorme di dati è in aggiunta, s’intende, a quelle riguardo indirizzo, numero di telefono e numero di passaporto, patente di guida o carta d’identità ma nel conto entrano anche le condizioni fisiche.

Le automobili hanno persino più opportunità di raccogliere dati rispetto a quanto accade con i dispositivi smart e i telefoni cellulari. Le immagini raccolte dalle foto/videocamere degli ADAS (Advanced Driver Assistance Systems), i sistemi di assistenza alla guida, possono essere usate per riconoscere volti, targhe e oggetti. I microfoni possono captare le conversazioni degli occupanti e i loro comandi vocali. I sensori possono monitorare il battito cardiaco, la pressione sanguigna e il livello di stress del guidatore. I GPS possono tracciare gli spostamenti e le destinazioni preferite.

Tutti questi dati possono essere trasmessi ai costruttori o a terze parti senza il consenso esplicito o la piena consapevolezza degli utenti. Uno degli autori dello studio, Misha Rykov, ha dichiarato: “Cosa ho capito facendo ricerche sulla privacy di 25 fra i maggiori marchi automobilistici globali? È semplice: le automobili moderne sono un incubo per la privacy e sembra che i costruttori abbiano spostato la loro attenzione dalla vendita di automobili alla vendita dei dati”.

Quali sono i rischi

Quali sono i rischi per gli utenti? Innanzitutto, c’è il rischio di furto dei dati da parte di hacker o malintenzionati, che potrebbero accedere alle informazioni sensibili degli utenti e usarle per scopi illeciti. In secondo luogo, c’è il rischio di tracciamento da parte di governi, agenzie o aziende, che potrebbero violare la privacy degli utenti e monitorare le loro abitudini, preferenze e comportamenti. In terzo luogo, c’è il rischio di profilazione da parte di inserzionisti o assicuratori, che potrebbero usare i dati per offrire prodotti o servizi personalizzati ma anche per discriminare o penalizzare gli utenti in base al loro profilo. Infine, c’è il rischio di manipolazione da parte di costruttori o terze parti, che potrebbero influenzare le scelte o le emozioni degli utenti attraverso messaggi, notifiche o feedback.

Come ci si può difendere ?

Come si può difendere la privacy degli utenti? Lo studio della Mozilla Foundation propone alcune raccomandazioni per i costruttori, i legislatori e gli utenti stessi. Per i costruttori, si suggerisce di adottare il principio del “privacy by design”, cioè di progettare le automobili in modo da minimizzare la raccolta e la trasmissione dei dati personali, garantire la sicurezza e la crittografia dei dati, offrire agli utenti il controllo e la trasparenza sui dati e ottenere il loro consenso informato. Per i legislatori, si invita a creare delle normative chiare e rigorose sulla privacy delle automobili, che stabiliscano dei limiti e delle sanzioni per la violazione dei diritti degli utenti. Per gli utenti, si consiglia di informarsi sulle politiche di privacy delle automobili che usano o che intendono acquistare, di modificare le impostazioni di privacy in base alle proprie preferenze e di esercitare i propri diritti di accesso, rettifica, cancellazione e opposizione ai dati.

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Secondo me

Automobili e privacy sono un binomio sempre più a rischio, ma anche sempre più importante. Le automobili moderne offrono tanti vantaggi e opportunità, ma anche tante sfide e minacce. Gli utenti devono essere consapevoli dei dati che generano e condividono con le loro automobili, e dei rischi che corrono. I costruttori e i legislatori devono essere responsabili della protezione e della gestione dei dati degli utenti, e del rispetto della loro privacy. Solo così si potrà garantire un equilibrio fra innovazione e sicurezza, fra connessione e libertà, fra automobili e privacy.

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3 commenti su “Privacy a rischio sulle quattro ruote: le automobili raccolgono più dati di quanto pensi”

  1. Sembra che diventi più difficile difendersi giorno che passa.
    Assistiamo quasi inermi a tutto ciò, o perché non consapevoli o perché non competenti in materia.

  2. Pingback: Privacy a rischio sulle quattro ruote: le autom...

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