Guardando questa immagine della famosissima enciclopedia “Conoscere”, non posso fare a meno di provare un’ondata di nostalgia. Noi, figli del mondo analogico, abbiamo utilizzato queste pagine durante il periodo scolastico per studiare. Non c’era Internet, né tantissime altre fonti a disposizione. Le biblioteche erano i nostri templi del sapere, e molte famiglie ricorderanno “Conoscere” come una sorgente inestimabile di informazioni, insieme a tanti altri libri come il Bignami, che ci supportavano nello studio.
Oggi viviamo nell’era dell’Infosfera, dove ogni secondo vengono generati milioni e milioni di informazioni. Come esperto informatico dell’Infosfera, vedo chiaramente quanto lo scenario sia cambiato. L’intelligenza artificiale ha amplificato ulteriormente la produzione di informazioni, rendendo disponibili strumenti di interrogazione avanzati, ma anche complicando la nostra vita e la nostra comprensione del mondo.
Per darvi un’idea della vastità dell’Infosfera moderna, consideriamo qualche dato. Secondo recenti stime, ogni giorno vengono creati oltre 2,5 quintilioni di byte di dati. La sola piattaforma di YouTube riceve più di 500 ore di nuovi contenuti video ogni minuto. Si prevede che entro il 2025, la quantità totale di dati nel mondo raggiungerà i 175 zettabyte. Questa esplosione di dati non solo sovraccarica i nostri sensi, ma rende anche sempre più difficile distinguere tra informazioni veritiere e fake news.
Prima, bastava sfogliare “Conoscere” per trovare le risposte. Ora, non sappiamo più cosa basti. Siamo sommersi da dati, articoli, opinioni e false informazioni. La semplicità e la certezza delle informazioni di un tempo sono diventate un ricordo lontano. La magia di un’enciclopedia fisica, la poesia di sfogliare pagine profumate, la concentrazione su un unico volume che conteneva tutto ciò di cui avevamo bisogno… queste esperienze sono state sostituite da una navigazione frenetica e dispersiva.
La tecnologia ci offre strumenti potenti e accesso immediato a conoscenze infinite, ma a che prezzo? Secondo uno studio di Microsoft, l’attenzione media dell’essere umano è scesa a soli 8 secondi, meno di quella di un pesce rosso. Questa frammentazione dell’attenzione non solo ci rende più difficili da concentrare, ma aumenta anche la nostra vulnerabilità alla disinformazione.
Viviamo in un mondo dove il termine “info-obesità” descrive perfettamente la nostra condizione. Siamo costantemente bombardati da informazioni che non possiamo digerire completamente. Questa sovrabbondanza può portare a una paralisi decisionale, dove non siamo più in grado di distinguere ciò che è rilevante da ciò che non lo è.
Prima, bastava “Conoscere”; adesso, la ricerca della conoscenza è diventata un labirinto complicato. La desertificazione emotiva e cognitiva è dietro l’angolo, mentre diventiamo sempre più “animali urbani”, apparentemente vicini fisicamente ma sempre più lontani emotivamente.
Quindi, mentre guardiamo al passato con un sorriso nostalgico, riflettiamo su come possiamo gestire meglio il presente. L’enciclopedia “Conoscere” è stata un faro per la nostra generazione; ora sta a noi trovare nuovi modi per navigare l’oceano dell’informazione con discernimento e saggezza. Dobbiamo imparare a filtrare le informazioni, a sviluppare un pensiero critico e a utilizzare la tecnologia in modo consapevole e responsabile.
In conclusione, ricordiamoci che la conoscenza non è solo un accumulo di dati, ma la capacità di comprendere, interpretare e applicare le informazioni in modo significativo. Solo così potremo trasformare l’immensa mole di dati dell’Infosfera in vera sapienza.
Spero che questa versione estesa rispecchi le tue esperienze e il confronto tra il passato analogico e il presente digitale in modo più dettagliato e informativo.