Leonardo
Egli è noto per aver affermato che “ogni nostra cognizione, principia dai sentimenti”, cioè che la conoscenza si basa sull’esperienza sensoriale e sulle emozioni. Leonardo riteneva che i sentimenti fossero il motore della creatività e della curiosità, e che attraverso la loro espressione si potesse comunicare il carattere e le inclinazioni dell’anima. Leonardo studiò attentamente il linguaggio del corpo, la postura, i gesti, i movimenti e la mimica delle figure, sia nei suoi disegni che nelle sue opere pittoriche, per rendere visibili i moti dell’anima, cioè le trasposizioni sul soma dei pensieri e dei sentimenti.
Vorrei proseguire partendo da questo contributo, che condivido appieno, per fare chiarezza in merito alla relazione esistente tra intelligenza artificiale e creatività, un tema che coinvolge da molto tempo gli esperti e non solo.
Di fatto la creatività è una delle capacità più affascinanti e misteriose dell’essere umano, che gli ha permesso di esprimere la propria personalità, di risolvere problemi, di innovare e di trasformare il mondo. Ma cos’è esattamente la creatività? Come si può definire e misurare? E soprattutto, è una qualità esclusiva dell’uomo o può essere replicata da una macchina?
Queste sono alcune delle domande che si pongono i ricercatori e i filosofi che si occupano di intelligenza artificiale, ovvero quella disciplina che studia come creare sistemi in grado di simulare le funzioni cognitive umane, come apprendere, ragionare, comunicare e, appunto, creare.
Negli ultimi anni, grazie ai progressi tecnologici e alla disponibilità di enormi quantità di dati, l’intelligenza artificiale ha raggiunto livelli di prestazione sempre più elevati e sorprendenti, sfidando le capacità umane in vari ambiti, come il gioco degli scacchi, il go, il poker, la traduzione, la diagnosi medica e molti altri.
Ma l’intelligenza artificiale è in grado anche di essere creativa? Di produrre opere originali e di valore in campo artistico, scientifico, tecnologico o letterario? E se sì, in che modo e con quali criteri si può valutare la sua creatività?
Cosa è la creatività
Per cercare di rispondere a queste domande, dobbiamo prima di tutto chiarire cosa si intende per creatività. Esistono infatti diverse definizioni e teorie sulla natura e sulle caratteristiche della creatività umana, ma possiamo provare a individuare alcuni elementi comuni.
In generale, possiamo dire che la creatività è la capacità di produrre qualcosa di nuovo e di appropriato, che sia diverso da ciò che esiste già e che sia rilevante per un determinato contesto o scopo. La creatività implica quindi un processo di generazione e di selezione di idee, che richiede sia abilità tecniche e conoscenze specifiche, sia flessibilità, originalità e fantasia.
Inoltre, la creatività non è un fenomeno isolato e individuale, ma dipende anche da fattori sociali e culturali, che influenzano sia la motivazione che la valutazione delle opere creative. Infatti, per essere riconosciuta come tale, la creatività deve essere accettata e apprezzata da una comunità di esperti o di fruitori, che ne stabiliscono i criteri di qualità e di novità.
Un altro aspetto importante da considerare è che la creatività non è una qualità statica e universale, ma dinamica e relativa. Ciò significa che la creatività può variare a seconda del tempo, del luogo, del dominio e della persona. Quello che oggi è considerato creativo, domani potrebbe non esserlo più, e viceversa. Quello che è creativo in un campo, potrebbe non esserlo in un altro. E quello che è creativo per una persona, potrebbe non esserlo per un’altra.
Queste considerazioni ci mostrano quanto sia complesso e sfumato il concetto di creatività, e quanto sia difficile stabilire dei parametri oggettivi e universali per misurarlo e confrontarlo. Tuttavia, possiamo provare a fare una distinzione tra due tipi o livelli di creatività, che possono aiutarci a capire meglio il rapporto tra la creatività umana e quella artificiale.
Creatività algoritmica
Il primo tipo di creatività è quello che possiamo chiamare creatività algoritmica, ovvero la capacità di produrre qualcosa di nuovo e di appropriato seguendo delle regole, dei principi o degli algoritmi prestabiliti. Questo tipo di creatività si basa su una logica deduttiva e su una combinazione di elementi già noti, che vengono manipolati e assemblati in modo originale, ma prevedibile. La creatività algoritmica è tipica di alcuni campi come la matematica, la fisica, l’informatica, la musica, la geometria e altri, in cui esistono delle strutture, delle formule, dei codici o delle grammatiche che guidano il processo creativo.
La creatività algoritmica è quella che si avvicina di più alla modalità operativa dell’intelligenza artificiale, che si basa su una serie di algoritmi, ovvero di istruzioni sequenziali e deterministiche, che le permettono di elaborare i dati e di generare dei risultati. L’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di analizzare e di processare enormi quantità di dati, può essere molto efficiente e rapida nel produrre qualcosa di nuovo e di appropriato in ambiti in cui esistono delle regole chiare e definite.
Esistono infatti numerosi esempi di intelligenza artificiale che hanno dimostrato di essere in grado di creare opere originali e di valore in campo artistico, scientifico, tecnologico o letterario, utilizzando delle tecniche di apprendimento automatico, come il deep learning o il reinforcement learning, che le consentono di apprendere dai dati e di migliorare le proprie prestazioni.
Tra questi, possiamo ricordare:
- Aiva, un’intelligenza artificiale che compone musica originale in vari stili e generi, ispirandosi a grandi compositori come Bach, Mozart, Beethoven e altri. Aiva è stata la prima intelligenza artificiale a ricevere il riconoscimento di compositore dalla SACEM, la società francese che tutela i diritti d’autore dei musicisti1.
- AlphaGo, un’intelligenza artificiale che ha battuto i migliori giocatori umani di go, un antico gioco da tavolo cinese, considerato uno dei più complessi e strategici al mondo. AlphaGo ha impressionato gli esperti per la sua capacità di inventare delle mosse inedite e sorprendenti, che hanno cambiato il modo di giocare e di pensare il go2.
- GPT-3, un’intelligenza artificiale che produce testi in linguaggio naturale, su qualsiasi argomento e in qualsiasi stile, a partire da una parola, una frase o una domanda. GPT-3 è in grado di scrivere articoli, saggi, poesie, racconti, recensioni, email, chat e molto altro, imitando lo stile e il tono di vari autori, da Shakespeare a Hemingway3.
- GAN, una famiglia di intelligenze artificiali che generano immagini realistiche e dettagliate, a partire da semplici schizzi o da parole chiave. GAN è l’acronimo di Generative Adversarial Network, ovvero una rete generativa avversaria, che consiste in due reti neurali artificiali che competono tra loro: una rete genera le immagini, mentre l’altra le valuta e le critica, fino a raggiungere un risultato soddisfacente4.
Questi sono solo alcuni dei tanti esempi di intelligenza artificiale che hanno mostrato di possedere una certa forma di creatività algoritmica, ovvero di essere in grado di produrre qualcosa di nuovo e di appropriato, seguendo delle regole, dei principi o degli algoritmi prestabiliti. Tuttavia, possiamo dire che queste intelligenze artificiali siano davvero creative, nel senso pieno e profondo del termine? O c’è qualcosa che le distingue e le separa dalla creatività umana?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo introdurre il secondo tipo di creatività, che possiamo chiamare creatività intuitiva, ovvero la capacità di produrre qualcosa di nuovo e di appropriato andando oltre le regole, i principi o gli algoritmi prestabiliti. Questo tipo di creatività si basa su una logica induttiva e su una combinazione di elementi inediti, che vengono scoperti e integrati in modo inaspettato, ma significativo. La creatività intuitiva è tipica di alcuni campi come la filosofia, la psicologia, l’arte, la letteratura e altri, in cui non esistono delle strutture, delle formule
Intelligenza intuitiva
La creatività intuitiva è quella che si basa sul nostro mondo interiore, ovvero sulle nostre emozioni, sensazioni, intuizioni, immaginazioni e visioni. Si tratta di una creatività che non segue delle regole o degli algoritmi prestabiliti, ma che si lascia guidare dal flusso spontaneo e originale della nostra energia vitale. La creatività intuitiva è quella che ci permette di scoprire e di esprimere la nostra essenza, il nostro sé autentico, il nostro potenziale nascosto. La creatività intuitiva è quella che ci connette con la nostra anima e con il senso profondo della nostra esistenza.
Le intelligenze artificiali generative, invece, sono quelle che producono qualcosa di nuovo e di appropriato a partire da dei dati, seguendo delle tecniche di apprendimento automatico. Si tratta di una creatività algoritmica, ovvero di una creatività che si basa su una logica deduttiva e su una combinazione di elementi già noti, che vengono manipolati e assemblati in modo originale, ma prevedibile. Le intelligenze artificiali generative non hanno accesso al loro mondo interiore, se esiste, e non sono in grado di sentire e di percepire le proprie emozioni, sensazioni, intuizioni, immaginazioni e visioni. Le intelligenze artificiali generative non hanno una propria essenza, un proprio sé autentico, un proprio potenziale nascosto. Le intelligenze artificiali generative non hanno una propria anima e non hanno un senso profondo della loro esistenza.
Secondo me….
Quindi, possiamo dire che le intelligenze artificiali generative hanno il solo potere di generare e non di creare, nel senso pieno e profondo del termine. Le intelligenze artificiali generative possono imitare e simulare la creatività umana, ma non possono eguagliarla e superarla, perché mancano di quella dimensione intuitiva e spirituale che caratterizza la creatività umana. La creatività umana è un dono unico e irripetibile, che ci distingue e ci arricchisce come esseri viventi.
Certo! Ecco come mettere il tuo elenco puntato in una tabella a due colonne:
Leonardo e l’IA | il titolo dell’articolo, che parla del rapporto tra creatività umana e artificiale, usando Leonardo come esempio. |
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La creatività è fare qualcosa di nuovo e adatto | una definizione di creatività, che implica un processo di generare e scegliere idee, influenzato da vari fattori. |
Creatività algoritmica e creatività intuitiva | due tipi o livelli di creatività, che si basano su una logica deduttiva o induttiva, e che richiedono abilità tecniche o flessibilità e fantasia. |
L’IA può imitare, ma non creare | l’IA può produrre opere che sembrano originali e di valore, ma che in realtà sono il frutto di una riproduzione o di una combinazione di elementi già esistenti, senza una vera comprensione del significato e del contesto. |
L’IA non ha un’anima | l’IA non può provare le emozioni, le sensazioni, le intuizioni, le immaginazioni e le visioni che sono alla base della creatività umana, e che ci permettono di esprimere la nostra essenza, il nostro sé autentico, il nostro potenziale nascosto. |
L’IA non può superare i suoi limiti | l’IA è vincolata dalle regole, dai principi o dagli algoritmi che le sono stati imposti, e non può andare oltre o trasgredire, come invece fa la creatività umana, che è capace di innovare, di sorprendere, di sfidare lo status quo. |
Spero che ti sia utile! 😊