Geopolitica dell’AI: osservare, capire, agire

Geopolitica dell’AI: osservare, capire, agire


Come i nuovi accordi globali stanno cambiando le regole e il futuro dell’intelligenza artificiale

Benvenuti a questo episodio dedicato alla geopolitica dell’intelligenza artificiale: un viaggio narrativo tra accordi, infrastrutture e strategie globali che stanno ridisegnando il futuro del digitale. Attraverso la lettura dei grandi patti – tra OpenAI e Oracle, OpenAI e gli Emirati, il nuovo triangolo Microsoft-Amazon-Anthropic e la nascita dell’asse europeo ASML-Mistral – scopriremo come la mappa della conoscenza evolve e quali sono le opportunità e rischi per società e professionisti. La consapevolezza nasce, oggi più che mai, dalla capacità di osservare questi fenomeni e di interpretarne l’impatto sulle nostre vite.


L’accordo OpenAI-Oracle: infrastruttura come potere

Nel settembre 2025, OpenAI ha annunciato uno degli accordi più titanici della storia del cloud: 300 miliardi di dollari investiti con Oracle per sviluppare “Stargate”, una rete di data center che promette 4,5 GW di capacità negli Stati Uniti. Il potere dell’AI si gioca sempre di più sulla scala infrastrutturale: chi controlla energia, calcolo, hardware, governa anche la possibilità stessa di creare modelli potenti e innovativi. Oracle, un tempo outsider rispetto a Microsoft, diventa oggi partner strategico e garante di ridondanza, resilienza e autonomia per OpenAI. E la scelta di diversificare da Azure sancisce l’urgenza di “sovranità digitale” anche in America, dove l’infrastruttura AI è vista ormai come una questione di sicurezza nazionale.

OpenAI e Emirati Arabi Uniti: AI per la geopolitica del Golfo

Quasi in parallelo, OpenAI ha scelto gli Emirati come hub di espansione nel Medio Oriente. Abu Dhabi ospiterà Stargate UAE, una super-cluster da 1 GW, con l’obiettivo di fare del paese un punto nevralgico per la ricerca e la produzione dei modelli AI. Ma non si tratta solo di server: il patto prevede l’accesso gratuito a ChatGPT Plus per tutti i residenti, un’azione “populista” che mette l’AI direttamente nelle mani di milioni di cittadini, ridefinendo il rapporto tra tecnologia e educazione. Ogni dollaro investito dagli Emirati sarà pareggiato da OpenAI con investimenti negli USA, in un gioco di influenza reciproca. In più, la presenza di partner come Nvidia, Cisco, SoftBank e G42 moltiplica la portata geopolitica del progetto, mentre la partecipazione indiretta dell’Italia e dell’Europa resta marginale.

Microsoft, Amazon, Anthropic: verso la multipolarità AI?

Lo scenario si complica ulteriormente con il rinnovato patto Microsoft-OpenAI, firmato a settembre 2025 dopo mesi di tensioni. Microsoft resta “partner preferito”, ma la collaborazione non è più esclusiva: nel frattempo, Microsoft integra i modelli di Anthropic (Claude) nelle sue applicazioni Office, diversificando il proprio portfolio e riducendo la dipendenza da OpenAI. Amazon, dal canto suo, stringe alleanze con Anthropic e sviluppa infrastrutture che competono con Stargate. Ne deriva una frammentazione del mercato: le big tech non si accontentano di una partnership biunivoca, ma inseguono una strategia multipolare dove l’AI viene “atomizzata” tra diversi fornitori, lottando per capacità computazionale e modelli sempre più sofisticati.

SSML e Mistral: Europa cerca la sovranità

Sul fronte europeo, l’accordo tra ASML, colosso olandese dei semiconduttori, e Mistral AI, start-up francese orientata al software open source, rappresenta il tentativo più audace di creare una “sovranità AI”. ASML investe 1,5 miliardi di dollari in Mistral, accompagnando la crescita di un modello linguistico trasparente, multilingue e adatto alle esigenze delle industrie europee. L’obiettivo? Svincolarsi dalle filiere GPU americane e dalle piattaforme cloud statunitensi, creando una catena del valore europea, in linea con il nuovo AI Act UE basato su trasparenza, etica e indipendenza. Tuttavia, la strada è complessa: la vera sfida resta integrare talenti, abbattere i costi energetici e rafforzare le policy pubbliche in un mercato ancora dominato dagli oligopoli digitali globali.

Esempi concreti e dati

  • L’accordo OpenAI-Oracle rappresenta oltre la metà degli investimenti “programmati” di OpenAI nei prossimi cinque anni, destinati a ridisegnare la geografia dell’hardware, dal Texas all’Europa centrale.
  • Stargate UAE ospiterà 1 GW di potenza AI, posizionando Abu Dhabi come maggior centro del settore nel Medio Oriente.
  • Microsoft investirà almeno 100 miliardi di dollari in OpenAI, pur integrando alternative come Claude e Grok nei suoi prodotti.
  • ASML e Mistral mirano a collegare la filiera europea del chipmaking e quella dell’AI, per creare una “AI stack” autonoma per settori strategici come fintech, sanità e manifattura.

Considerazioni da umanista digitale

Queste alleanze configurano un vero “new deal” della conoscenza: non solo i dati, ma anche l’energia, l’accesso agli strumenti AI di ultima generazione e la pluralità dei modelli sono diventati terreno di competizione globale. Siamo chiamati, quindi, non solo a imparare l’AI, ma a interpretarne le traiettorie, i vuoti normativi, i rischi di monopolio e le opportunità di inclusione.

Osservare la geopolitica della AI aiuta a capire come cambiano le regole e quali sono le leve per difendere autonomia, pluralismo e accesso al sapere. Solo così possiamo essere “attori” consapevoli e non semplici “utenti” nel grande racconto della rivoluzione digitale.

Da informatico a cercatore di senso

Unisciti al mio mondo di conoscenza e iscriviti al mio canale WhatsApp.

Sarai parte di una comunità appassionata, sempre aggiornata con i miei pensieri e le mie idee più emozionanti.

Non perderti l’opportunità di essere ispirato ogni giorno, iscriviti ora e condividi questa straordinaria avventura con me!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top