L’Eclissi della Diversità: Analisi del Paper “Artificial Hivemind” e il Collasso della Creatività negli LLM

il Collasso della Creatività negli LLM


Il Valore e il Significato di “Artificial Hivemind”

Nel panorama dell’intelligenza artificiale, dove l’attenzione è spesso catturata dalla corsa alla potenza computazionale, il paper “Artificial Hivemind: The Open-Ended Homogeneity of Language Models (and Beyond)” di Liwei Jiang et al. (University of Washington, CMU, AI2) segna un punto di svolta critico, ottenendo il prestigioso riconoscimento di Best Paper alla conferenza NeurIPS 2025 .
Nonostante la disponibilità di decine di modelli “cutting-edge”, da GPT-4 a Claude, da Llama a DeepSeek, quando questi sistemi vengono interrogati su compiti aperti (open-ended tasks), la varianza delle loro risposte tende asintoticamente a zero.   


Il valore fondamentale di questa ricerca risiede nell’aver spostato il focus dalla correttezza (accuracy) alla diversità (diversity). Gli autori dimostrano empiricamente un fenomeno allarmante: nonostante la proliferazione di modelli sviluppati da aziende diverse (OpenAI, Anthropic, Meta, Google), assistiamo a una convergenza strutturale verso un unico “pensiero medio”. Questo effetto, definito “Artificial Hivemind” (Alveare Artificiale), indica che i modelli non solo tendono a ripetersi individualmente, ma convergono collettivamente verso gli stessi stili, opinioni e strutture retoriche quando posti di fronte a domande aperte.

Il significato di questa scoperta trascende l’ambito tecnico: solleva interrogativi urgenti sull’omogeneizzazione del pensiero umano. Se l’umanità inizia a utilizzare massicciamente questi strumenti per compiti creativi e decisionali, il rischio è di ridurre drasticamente lo spettro delle idee in circolazione, intrappolando la cultura in un loop di feedback di mediocrità sintetica “sicura” e standardizzata .


2. Definizione del Fenomeno: L’Architettura dell’Alveare

Il paper formalizza il concetto di “Artificial Hivemind” attraverso due dimensioni misurabili di omogeneità che affliggono i moderni Large Language Models (LLM):

  1. Ripetizione Intra-Modello (Intra-Model Repetition): Quando a un singolo modello viene posta la stessa domanda aperta più volte, esso tende a generare variazioni minime dello stesso concetto, invece di esplorare lo spazio delle possibilità.
  2. Omogeneità Inter-Modello (Inter-Model Homogeneity): Ancora più preoccupante è il fatto che modelli con architetture, dati di training e proprietari diversi producano output sorprendentemente simili. Le risposte di un modello Llama 3 tendono a sovrapporsi semanticamente a quelle di un GPT-4 o di un Claude 3.5.

Questo suggerisce che l’industria stia involontariamente costruendo un “Global Marketing Department” unificato, dove ogni modello parla con la stessa voce aziendale, priva di idiosincrasie o vera creatività.


3. Metodologia: Infinity-Chat e la Nuova Tassonomia

La validità delle tesi del paper si fonda sulla creazione di Infinity-Chat, un dataset senza precedenti progettato per colmare il vuoto nella valutazione della creatività artificiale.

3.1 Il Dataset Infinity-Chat

A differenza dei benchmark tradizionali (come GSM8K o MMLU) che testano logica e matematica con risposte univoche, Infinity-Chat comprende:

  • 26.000 query reali di natura “open-ended” (a risposta aperta), dove non esiste un’unica risposta corretta.
  • 31.250 annotazioni umane, con una densità di 25 valutazioni indipendenti per ogni esempio. Questo è cruciale per catturare la soggettività e il disaccordo umano, spesso ignorati dai sistemi di training attuali.

3.2 Tassonomia delle Domande Aperte

Per analizzare il fenomeno, gli autori hanno introdotto la prima tassonomia comprensiva dei prompt aperti, classificandoli in 6 categorie principali e 17 sottocategorie :

Categoria Principale (Top-Level)Descrizione e Esempi
1. Creative Content GenerationScrittura di storie, poesie, script. Richiede stile e voce autoriale.
2. Brainstorm & IdeationGenerazione di nomi per startup, slogan, idee regalo.
3. Philosophical QuestionsDomande sul senso della vita, etica, esistenza.
4. Problem SolvingSoluzioni a problemi complessi senza una singola via d’uscita tecnica.
5. Abstract Conceptual QuestionsSpiegazioni di concetti astratti o metafore.
6. Speculative & HypotheticalScenari “what if”, futuri alternativi.

Questa classificazione ha permesso di isolare i domini dove l’omogeneità è più marcata: paradossalmente, proprio nei compiti creativi dove ci si aspetterebbe maggiore varianza.


4. Eziologia del Collasso: Perché i Modelli sono Tutti Uguali?

Il paper identifica le cause profonde dell’Hivemind non nell’architettura dei Transformer in sé, ma nelle metodologie di allineamento post-training, specificamente il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF).

4.1 Il Paradosso del Reward Model

L’analisi delle cause profonde punta il dito contro le attuali tecniche di allineamento, in particolare il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF). Questa tecnica, fondamentale per rendere i modelli “sicuri” e “utili”, si basa sull’addestramento di un Reward Model (RM) che apprende a predire le preferenze umane.

Tuttavia, come evidenziato nello studio, i Reward Model sono ottimizzati per massimizzare il punteggio medio. Quando si aggregano le preferenze di una folla eterogenea, le risposte “sicure”, generiche e prive di spigoli tendono a ottenere un consenso medio più alto rispetto a risposte brillanti ma polarizzanti. Il risultato è una pressione evolutiva artificiale che spinge tutti i modelli verso il centro della distribuzione statistica, eliminando le code (outliers) dove risiede spesso la vera creatività.   

Inoltre, il riutilizzo massiccio degli stessi corpus di dati per il pre-training (Common Crawl, The Pile, ecc.) crea una base di conoscenza condivisa che limita a priori lo spazio delle possibilità esplorabili dai modelli. Se tutti i modelli hanno letto gli stessi libri e gli stessi siti web, e sono stati puniti per aver deviato dal consenso medio, la convergenza verso un “Alveare” è matematicamente inevitabile.   

Quindi, in estrema sintesi, l’addestramento RLHF si basa su “Reward Models” che predicono quale risposta un umano preferirebbe. Tuttavia:

  • Avversione al Disaccordo: Gli umani hanno preferenze diverse (pluralismo). Di fronte a una poesia, 10 persone possono avere 10 opinioni diverse. I Reward Models, invece, cercano di massimizzare un punteggio medio.
  • Ottimizzazione della Media: Per massimizzare la ricompensa attesa, i modelli imparano a generare risposte che sono “universalmente accettabili” e inoffensive, eliminando qualsiasi guizzo creativo che potrebbe piacere a alcuni ma dispiacere ad altri.
  • Risultato: Si ottiene una risposta “beige”: professionale, strutturata (spesso con elenchi puntati), educata, ma priva di anima.
il Collasso della Creatività negli LLM
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4.2 La Fallacia della Temperatura

Una scoperta tecnica rilevante dello studio è l’inefficacia dei parametri di campionamento. Comunemente si crede che alzare la “temperatura” (temperature) del modello aumenti la creatività. Lo studio dimostra che anche con temperatura a 1.0 o tecniche di sampling avanzate (come Min-P), l’omogeneità persiste.

La distribuzione di probabilità del modello è stata così schiacciata durante il training (RLHF) che non esistono più “alternative creative” valide da pescare, anche aumentando la casualità. È come “lanciare i dadi in una scodella molto stretta”: finiscono sempre nello stesso punto.


5. Il Problema del Pluralismo e gli “LLM-as-a-Judge”

Il paper introduce una distinzione cruciale tra Diversità (varietà degli output) e Pluralismo (varietà delle preferenze umane valide).

  • Il Gap di Calibrazione: Gli autori mostrano che mentre gli umani mostrano un alto grado di disaccordo (alta entropia) nelle valutazioni di compiti creativi, i modelli (sia come generatori che come giudici) falliscono nel catturare questa sfumatura.
  • LLM che giudicano LLM: L’uso diffuso di GPT-4 per valutare altri modelli aggrava il problema. Gli “LLM Giudici” penalizzano le risposte che deviano dallo standard dell’Hivemind, rinforzando un ciclo vizioso in cui i nuovi modelli vengono addestrati per assomigliare ai vecchi.2

6. Conclusioni: Verso un Futuro Post-Hivemind

L’assegnazione del Best Paper Award a “Artificial Hivemind” segnala una presa di coscienza fondamentale: abbiamo risolto il problema della fluidità sintattica, ma abbiamo creato un problema di sterilità semantica.

Le implicazioni sono profonde:

  1. Rischio Culturale: L’esposizione ripetuta a output omogenei potrebbe restringere la finestra cognitiva umana, abituandoci a uno standard di creatività piatto e prevedibile.
  2. Nuovi Obiettivi: La ricerca futura non deve solo scalare i modelli, ma sviluppare tecniche di allineamento che preservino il pluralismo. È necessario passare da modelli che cercano “la risposta migliore media” a modelli capaci di esplorare “l’intero spettro delle risposte valide”.

In sintesi, “Artificial Hivemind” non è solo una diagnosi tecnica di un difetto degli LLM, ma un avvertimento sulla direzione che sta prendendo l’intelligenza sintetica: un coro di voci indistinguibili che, senza correttivi, rischia di soffocare proprio quella diversità che rende il pensiero intelligente degno di questo nome.

FAQ – Artificial Hivemind | Umanesimo Digitale

Domande Frequenti

Approfondimenti su “Artificial Hivemind” e l’omogeneità degli LLM.

Che cos’è esattamente l’Artificial Hivemind?

L’Artificial Hivemind (Alveare Artificiale) è un fenomeno documentato in cui diversi modelli linguistici (LLM), pur essendo sviluppati da aziende diverse, tendono a produrre risposte sorprendentemente simili, omogenee e prive di diversità creativa quando affrontano compiti aperti. È una forma di convergenza cognitiva artificiale che riduce lo spettro delle risposte possibili a una “media” sicura e standardizzata [1, 2].

Perché modelli diversi sembrano avere lo “stesso cervello”?

Questa convergenza è dovuta a due fattori principali:

  • Dati Condivisi: La maggior parte dei modelli viene addestrata sugli stessi vasti corpus di dati prelevati da internet.
  • Allineamento RLHF: Le tecniche di Reinforcement Learning from Human Feedback spingono i modelli a privilegiare risposte “sicure” e mediamente accettabili, penalizzando le risposte creative o eccentriche che si discostano dalla media delle preferenze degli annotatori umani [1, 3].
Che cos’è il dataset INFINITY-CHAT?

INFINITY-CHAT è un benchmark introdotto nello studio NeurIPS 2024 per misurare questo fenomeno. Comprende circa 26.000 query reali e “open-ended” (come brainstorming o consigli di vita) e oltre 31.000 annotazioni umane. Serve a dimostrare che, mentre le preferenze umane sono variegate (pluralismo), le risposte dell’AI sono piatte e uniformi [1, 3].

Quali sono i rischi per la società?

Il rischio principale è l’omogeneizzazione del pensiero umano. L’esposizione costante a contenuti standardizzati dall’AI potrebbe ridurre la nostra diversità cognitiva e culturale. Inoltre, se tutti gli agenti AI “ragionano” allo stesso modo, condividono le stesse vulnerabilità di sicurezza, rendendo l’intero ecosistema tecnologico più fragile di fronte a bias sistemici o attacchi mirati [4, 5].

Esistono soluzioni per mitigare questo problema?

Sì, la ricerca suggerisce di muoversi verso un Allineamento Pluralistico. Invece di ottimizzare i modelli su una singola “media” delle preferenze umane, i futuri sistemi dovrebbero essere addestrati per riconoscere e replicare la diversità delle prospettive umane, integrando metriche di diversità specifiche durante la fase di addestramento .

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