Intelligenza Artificiale: i limiti etici e legali

Umanesimo digitale Franco Bagaglia
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L’intelligenza artificiale (AI) è una delle tecnologie più promettenti del nostro tempo, ma anche una delle più complesse e controverse. L’AI solleva molte domande etiche e legali, che riguardano la responsabilità degli errori, la privacy, la sicurezza, la discriminazione, la disoccupazione, e altro ancora. In questo articolo, esploreremo alcuni dei dilemmi dell’AI, alla luce di un recente intervento di David Gunkel, uno dei maggiori esperti di etica digitale, e Federico Cabitza, associato di Interazione Uomo-Macchina all’università di Milano Bicocca.

I limiti etici dell’AI

Secondo Gunkel, l’AI sfida le categorie tradizionali di persone e cose, creando una complicazione per l’applicazione delle leggi e pratiche legali esistenti. “Non sappiamo da che parte stanno”, dice Gunkel, riferendosi alla resistenza dell’AI alla reificazione e alla personificazione. L’AI è più di una cosa, perché ci parla, e noi parliamo a lei, ci richiama a una sorta di contatto emotivo e crea contenuti che hanno tutta la parvenza della creatività e dell’originalità. Insomma, non si comporta più come i nostri vecchi tostapane, martelli o calcolatori.

La regolamentazione dell’AI

Gunkel propone di seguire il modello dell’industria farmaceutica, testando le AI prima di rilasciarle al pubblico, per garantire la loro sicurezza e responsabilità. Cabitza aggiunge che il problema è complesso e richiede il coinvolgimento di policymaker ed esperti di diritto. “Credo che ci siano dei rischi a rendere aperti questi sistemi”, afferma Cabitza. “Un conto è avere pochi grandi player che puoi regolare e tenere sotto controllo; ma quando questi software sono disponibili a tutti, è possibile che ci siano degli abusi, e ci si confronta con rischi imprevedibili”.

L’impatto dell’AI sul lavoro

Gunkel e Cabitza riflettono sulle conseguenze della disoccupazione tecnologica e della trasformazione dei compiti intellettuali causate dall’AI. Gunkel cita lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood come un esempio di conflitto tra umani e macchine. “Abbiamo già sperimentato gli effetti della disoccupazione tecnologica, che sono pesanti nel breve periodo ma nel lungo hanno aperto la porta alla possibilità di avere nuove opportunità e lavori”, riattacca Gunkel. “La domanda è se questa volta è diverso. Con questa premessa, una delle sfide sarà palleggiare la pressione tecnologica con le aspettative della gente di avere un lavoro”.

Quindi…..

L’AI è una tecnologia che ha il potenziale di migliorare la vita umana in molti modi, ma anche di creare nuovi problemi e dilemmi. Per questo motivo, è importante che la regolamentazione dell’AI sia guidata da principi etici e morali, che tengano conto delle esigenze e dei valori umani. Come sottolinea Gunkel, “dobbiamo sviluppare una nuova ontologia morale e legale, che sia un po’ più raffinata dell’una o dell’altra strada prese singolarmente, e ci permetta di disporre di una certa variabilità e diverse gradazioni di status legale riguardo alla AI. Con cui, ormai, conviviamo”.

Riferimenti

Riepilogo

Ecco un riepilogo della pagina che hai aperto:

  • Limiti etici dell’AI: Il professor David Gunkel, esperto di filosofia e comunicazione, discute dei problemi ontologici e legali che emergono con l’intelligenza artificiale, che sfida le categorie tradizionali di persone e cose.
  • Regolazione dell’AI: Gunkel propone di seguire il modello dell’industria farmaceutica, testando le AI prima di rilasciarle al pubblico, per garantire la loro sicurezza e responsabilità. Cabitza aggiunge che il problema è complesso e richiede il coinvolgimento di policymaker ed esperti di diritto1.
  • Impatto dell’AI sul lavoro: Gunkel e Cabitza riflettono sulle conseguenze della disoccupazione tecnologica e della trasformazione dei compiti intellettuali causate dall’AI. Gunkel cita lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood come un esempio di conflitto tra umani e macchine.

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