Tutti in questo mondo possono essere considerati programmatori

Jensen Huang


La Grande Metamorfosi del Codice

Dopo tre decadi in cui le dita danzavano sui tasti creando il linguaggio delle macchine, oggi osserviamo un paesaggio irriconoscibile…


Nel lontano 2024, Jensen Huang, visionario fondatore di NVIDIA, pronunciò parole che all’epoca suonarono quasi eretiche: l’era dei programmatori tradizionali stava giungendo al termine, e il futuro apparteneva a chi avrebbe dialogato con l’intelligenza artificiale in semplice linguaggio umano.

“Dimenticate i linguaggi di programmazione,” dichiarò durante il World Government Summit di Dubai, “concentrate i vostri studi sull’agricoltura del futuro.”

Jensen Huang

Sembrava una provocazione, un paradosso – l’uomo che aveva costruito un impero tecnologico suggeriva ai giovani di abbandonare la strada che lui stesso aveva percorso.

“Il nostro compito,” affermò con sorprendente convinzione, “è creare tecnologia che elimini la necessità di programmare.” Il linguaggio umano sarebbe diventato il nuovo codice, democratizzando la creazione tecnologica.

Mentre la comunità informatica dibatteva ferocemente, l’analista Patrick Moorhead ricordava saggiamente che non era la prima volta che si celebrava prematuramente il funerale della programmazione. Trent’anni di falsi allarmi avevano sempre portato a una richiesta ancora maggiore di sviluppatori.

Trent’anni di falsi allarmi sulla fine della programmazione

Gli anni ’90: I linguaggi di programmazione visuale

Nel 1991-1995, strumenti come Visual Basic e Delphi promettevano che chiunque potesse “programmare senza codice” attraverso drag-and-drop. Gli esperti prevedevano che i programmatori tradizionali sarebbero diventati obsoleti. Risultato? La domanda di sviluppatori esperti in C++ e Java esplose, mentre questi strumenti visuali crearono in realtà una nuova categoria di sviluppatori.

I primi 2000: L’outsourcing

Tra il 2000-2005, l’esternalizzazione massiccia del lavoro di programmazione in India e altri paesi fece suonare l’allarme sulla fine delle carriere tecnologiche occidentali. Eppure, entro il 2010, gli Stati Uniti e l’Europa registrarono una carenza di talenti tecnologici senza precedenti, con stipendi in rapida crescita.

2010-2015: Le piattaforme “Low-Code/No-Code”

Salesforce, Microsoft e altri introdussero piattaforme che promettevano di rendere la programmazione accessibile a tutti. I titoli dei giornali annunciavano “La fine dell’era degli sviluppatori”. Invece, la complessità dei sistemi aziendali aumentò, creando domanda sia per esperti delle piattaforme che per sviluppatori tradizionali.

2016-2020: L’automazione dello sviluppo software

Strumenti di integrazione e deployment continuo (CI/CD) e generazione automatica di codice promettevano di ridurre drasticamente il bisogno di sviluppatori. La realtà? Questi strumenti richiesero più sviluppatori per gestire ecosistemi software sempre più complessi.

2020-2023: La prima ondata di AI nella programmazione

Strumenti come Lovable generavano codice automaticamente. Alcuni analisti predissero una riduzione del 40% nella forza lavoro degli sviluppatori entro il 2025. Invece, questi strumenti aumentarono la produttività, permettendo agli sviluppatori di creare sistemi più complessi e generando ancora più domanda di talenti tecnologici qualificati.

In ogni caso, anziché ridurre il bisogno di programmatori, queste innovazioni hanno democratizzato l’accesso alla tecnologia, espandendo l’ecosistema e creando nuove specializzazioni che prima non esistevano. La storia ci insegna che la tecnologia tende a trasformare i ruoli piuttosto che eliminarli completamente.

La Grande Metamorfosi del codice
La Grande Metamorfosi del codice

Ed oggi ?

La verità si è rivelata più sfumata di quanto entrambe le visioni prevedessero. L’intelligenza artificiale ha certamente trasformato radicalmente la programmazione, ma non l’ha eliminata, l’ha evoluta.

I “dialoghisti tecnici” di oggi parlano con i sistemi AI usando linguaggio naturale, ma comprendono ancora i fondamenti computazionali. L’agricoltura è diventata effettivamente un settore tecnologico di punta, con agronomi-programmatori che supervisionano ecosistemi digitalizzati.

La profezia di Huang era parzialmente corretta: la barriera d’ingresso è crollata. Ma chi comprende veramente come funziona il codice sotto la superficie continua a godere di un vantaggio inestimabile in questo mondo ibrido in cui viviamo.

Forse la vera saggezza era nascosta tra le righe: non si trattava di abbandonare la tecnologia, ma di comprendere come essa avrebbe permeato ogni aspetto della vita umana, agricoltura inclusa.

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