La vera innovazione a scuola: tornare indietro e ammettere gli errori

Nell’era delle nuove tecnologie e dell’innovazione digitale, un insegnante di informatica, Salvo Amato, solleva un interrogativo provocatorio: forse la vera innovazione a scuola è tornare indietro e ammettere gli errori commessi. In questo articolo, esploreremo le riflessioni del professore Amato sul declino delle prestazioni scolastiche nonostante l’introduzione sempre più pervasiva degli strumenti informatici e multimediali nelle aule di oggi.

Un’illusione di progresso:

La diminuzione dell’attenzione:
Non è solo il professor Amato a porre questa domanda, ma molti altri educatori che hanno osservato un declino dell’attenzione da parte degli studenti. Sempre più spesso, i giovani mostrano difficoltà a concentrarsi su un compito specifico per un determinato periodo di tempo. Studi hanno evidenziato che i disegni dei bambini di oggi sono meno dettagliati rispetto a quelli dei loro coetanei del passato, e molti insegnanti riferiscono una diminuzione del vocabolario dei loro alunni.

L’effetto della sovrabbondanza di contenuti:

I giovani di oggi sono cresciuti in un’epoca in cui possono accedere a una vasta gamma di contenuti in pochi clic. Se un contenuto non cattura immediatamente la loro attenzione, possono passare rapidamente a qualcos’altro. Questo fenomeno non riguarda solo il web, ma anche i canali televisivi dedicati ai bambini, che trasmettono programmi 24 ore su 24. Nonostante l’abbondanza di intrattenimento, sembra che la creatività, la capacità di scrivere e disegnare con immaginazione siano diminuite, e i bambini sembrano annoiarsi più facilmente rispetto alle generazioni precedenti.

La necessità di ritornare alle basi:

Come suggerisce il professor Amato, e molti altri educatori concordano, la vera rivoluzione potrebbe essere tornare indietro. Ridurre la dipendenza dalle tecnologie e rivolgere l’attenzione verso l’esperienza reale, riappropriandosi delle attività manuali come scrivere e disegnare. Eliminare gli orpelli inutili dalle aule e risvegliare la creatività e l’immaginazione potrebbero essere le chiavi per un vero cambiamento nell’ambiente educativo.

Cosa fare

Per trovare un equilibrio tra l’utilizzo della tecnologia e dei metodi di insegnamento tradizionali nella scuola, si potrebbero considerare alcune strategie:

  • Usare la tecnologia in modo interattivo: ad esempio lavagne multimediali, tablet e pc possono essere utili se integrati attivamente nella didattica, favorendo la partecipazione degli studenti anziché un uso passivo.
  • Alternare momenti di utilizzo di strumenti digitali con attività manuali e “analogiche”: ad esempio, dopo l’utilizzo di tablet, ritornare a prendere appunti e fare esercizi scritti su carta.
  • Valorizzare l’apprendimento esperienziale: uscite didattiche, esperienze laboratoriali e apprendimento attraverso il gioco possono stimolare creatività e attenzione.
  • Incentivare la lettura e la scrittura creativa con metodi tradizionali: letture ad alta voce, produzione di testi scritti a mano, circle time di condivisione.
  • Alternare lezioni frontali “tradizionali” a momenti di apprendimento cooperativo tra studenti, discussioni di gruppo, flipped classroom.
  • Usare gli strumenti digitali per approfondire e integrare l’apprendimento, non per sostituire completamente libri, quaderni e lavagna.
  • Formare i docenti all’uso consapevole e attivo delle nuove tecnologie a scuola.

In sintesi, una integrazione bilanciata di “nuovo” e “antico” può permettere di sfruttare i punti di forza di entrambi gli approcci per una didattica più coinvolgente e proficua. In un’epoca in cui l’innovazione tecnologica sembra essere la soluzione a tutti i problemi, l’insegnante Salvo Amato ci invita a una riflessione più profonda. Forse, per ottenere un reale miglioramento nell’istruzione, è necessario ammettere gli errori commessi e tornare a investire nell’essenza dell’apprendimento, stimolando la creatività e l’immaginazione degli studenti. La vera innovazione a scuola potrebbe risiedere nel coraggio di fare un passo indietro e riconsiderare le nostre scelte.

scuola ed umanesimo digitale
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