Lavoro e intelligenza artificiale: le donne sono le più a rischio?

L’intelligenza artificiale (IA) è una delle tecnologie più innovative e rivoluzionarie del nostro tempo, ma anche una delle più controverse e dibattute. Molti si chiedono quali saranno gli impatti dell’IA sul mondo del lavoro e sulla società in generale, e se porterà a una maggiore prosperità o a una maggiore disuguaglianza.

Uno degli aspetti più preoccupanti è il rischio di perdita di posti di lavoro a causa della sostituzione del lavoro umano con l’IA, soprattutto per le categorie più vulnerabili e meno qualificate. Tra queste, le donne sembrano essere le più a rischio, secondo alcuni studi e analisi.

Studi e stime

Ad esempio, un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo1 riporta i dati di uno studio della McKinsey Global Institute2, secondo cui l’IA potrebbe eliminare fino al 20% dei posti di lavoro occupati dalle donne entro il 2030, contro il 14% di quelli occupati dagli uomini. Questo perché le donne sono sovrarappresentate in settori come la sanità, l’istruzione, il commercio al dettaglio e l’ospitalità, che sono più esposti all’automazione.

Inoltre, il post sostiene che le donne hanno meno opportunità di accedere a formazione e aggiornamento professionale, e che sono più soggette a discriminazioni e stereotipi di genere nel mondo del lavoro. Per queste ragioni, le donne potrebbero avere più difficoltà a trovare nuove occupazioni o a cambiare settore in caso di perdita del lavoro.

L’ultimo studio di Goldman Sachs, pubblicato a marzo 2023, ha stimato che l’intelligenza artificiale (IA) potrebbe portare all’eliminazione o alla riduzione di circa 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in Europa e negli Stati Uniti, in un orizzonte di medio periodo1. Lo studio ha analizzato il grado di esposizione all’automazione di diverse categorie occupazionali, basandosi su dati provenienti da fonti ufficiali come l’Ocse e l’Eurostat.

Secondo lo studio, circa due terzi delle occupazioni sono esposte in qualche misura all’IA, ma solo un quarto di esse potrebbe essere sostituito totalmente. Le categorie più a rischio sono quelle che svolgono compiti ripetitivi, standardizzati e prevedibili, come gli impiegati d’ufficio, i lavoratori del settore legale e gli architetti e ingegneri. Le categorie meno a rischio sono quelle che richiedono creatività, empatia e intelligenza emotiva, come i lavoratori del settore sanitario, educativo e artistico.

Tuttavia, lo studio sostiene di fatto che l’IA potrebbe anche creare nuove opportunità e sfide per il mondo del lavoro, favorendo l’innovazione, la produttività e la crescita economica. L’IA potrebbe infatti generare nuovi tipi di posti di lavoro, che richiedono competenze digitali e trasversali, e potrebbe anche migliorare la qualità del lavoro di chi rimane occupato, liberandolo da compiti noiosi e stressanti.

Come difendersi ?

Per sfruttare i benefici e mitigare i rischi dell’IA, lo studio raccomanda di investire nella formazione e nell’aggiornamento professionale dei lavoratori, di promuovere la mobilità e la flessibilità del mercato del lavoro, e di adottare politiche sociali ed economiche adeguate per sostenere i lavoratori colpiti dall’automazione.

Tuttavia, non tutti gli esperti sono d’accordo con questa visione pessimistica. Alcuni sostengono che l’IA non porterà necessariamente a una disoccupazione di massa, ma a una trasformazione del lavoro, che creerà nuove opportunità e sfide. Inoltre, alcuni settori potrebbero beneficiare dell’IA e richiedere più lavoratori umani, soprattutto quelli che richiedono creatività, empatia e intelligenza emotiva.

Per esempio, uno studio italiano3 mostra che quattro milioni di lavoratori rischiano un de-mansionamento delle loro attività, con riduzione di stipendio, a causa dell’IA. Tuttavia, lo studio evidenzia anche che ci sono sette milioni di posti di lavoro a potenziale rischio disoccupazione, ma forse la metà, se si considerano fattori come l’invecchiamento della popolazione e le nuove opportunità del mercato del lavoro nell’era dell’IA.

Infatti, il lavoro evolve e i lavoratori possono riqualificarsi e riconvertirsi nel mondo dei servizi, dove l’IA può essere un alleato e non un nemico. Ad esempio, l’IA può aiutare i medici a fare diagnosi più accurate, i docenti a personalizzare l’insegnamento, i commercianti a offrire prodotti più adatti ai clienti.

La mia opinione

La mia opinione personale è che sicuramente il rischio di perdita di posti di lavoro esiste, soprattutto per i ruoli di basso livello negli uffici dove l’IA può svolgere compiti ripetitivi e standardizzati. Molto meno per i lavori artigianali dove la manualità interviene di più. Quindi da un lato si è alzata l’asticella delle competenze richieste in azienda (includendo competenze di conoscenza e gestione dei modelli AI), dall’altro non ho molta fiducia delle stime e previsioni degli ultimi anni perché figlie di una diffusa propaganda e fake news.

Una cosa è certa: la scuola non sta facendo nulla per preparare adeguatamente i giovani alle sfide del futuro. Penso che sia necessario riformare il sistema educativo e formativo per fornire agli studenti le competenze digitali e trasversali che serviranno per affrontare il cambiamento tecnologico e sociale. Penso anche che sia importante promuovere una cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità, che incoraggi le persone a creare nuove soluzioni e opportunità, anziché subire passivamente il destino.

In conclusione, credo che l’IA sia una grande opportunità per il progresso dell’umanità, ma anche una grande responsabilità. Dobbiamo essere consapevoli dei rischi e delle sfide che comporta, ma anche delle potenzialità e dei benefici che può offrire. Dobbiamo essere proattivi e collaborativi, e cercare di sfruttare l’IA per migliorare la qualità della vita e del lavoro di tutti, uomini e donne.

Riferimenti

forbes

Trameetech

ictbusiness

YouTube player

Argomenti correlati

1 commento su “Lavoro e intelligenza artificiale: le donne sono le più a rischio?”

  1. Pingback: Lavoro e intelligenza artificiale: le donne son...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll to Top