La disumanizzazione di internet a causa dell’Ai

Entro il 2025 , il 90% dei contenuti su Internet sarà SLOP……. generata dall’AI

Spam è un termine che si riferisce a messaggi elettronici indesiderati, generalmente pubblicitari, che vengono inviati in modo indiscriminato e non richiesto. Questo termine è diventato familiare grazie alla campagna pubblicitaria degli anni ’70 del brand di carne di maiale Spam, che ha utilizzato l’umorismo per promuovere il suo prodotto.

Slop, invece, è un termine che si è affiancato a quello di spam con l’avvento dell’intelligenza artificiale. In inglese, “slop” può indicare un cibo liquido o semi-liquido di scarsa qualità, spesso destinato agli animali. Nel contesto online, “slop” si riferisce a contenuti di scarsa qualità generati dall’IA, come fake news, video e immagini fasulle, e risultati di ricerca inesatti. Questi contenuti sono considerati “disgustosi” e privi di fondamento, creando verità e convinzioni basate sul nulla-

Slop

Il lato oscuro di Internet: quando i bot prendono il sopravvento

Immaginate di navigare su Facebook e imbattervi in un’immagine surreale: un Cristo Redentore fatto di gamberetti, in fondo al mare. Potreste pensare sia opera di qualche artista eccentrico, ma la realtà è ben diversa. Benvenuti nel mondo dello “slop”, l’ultima frontiera dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale che stanno invadendo i social media.

Lo “slop” (letteralmente “brodaglia”) è il termine coniato per descrivere la marea di immagini, testi e video creati da software IA, spesso bizzarri e di scarsa qualità, che inondano le nostre bacheche. Non sono pensati per interagire con noi, ma solo per catturare la nostra attenzione e generare interazioni. E funziona: alcune di queste immagini raggiungono milioni di visualizzazioni.

Ma perché dovrebbe preoccuparci? Il problema va ben oltre qualche foto strana. Secondo recenti studi, entro il 2025 il 90% dei contenuti online potrebbe essere generato dall’IA. Stiamo assistendo a una vera e propria “zombificazione” di Internet, dove è sempre più difficile distinguere il reale dall’artificiale.

Pensateci: quante volte avete commentato un post senza chiedervi se fosse creato da un umano o da un algoritmo? Quante volte avete condiviso un’immagine senza saperne l’origine? La linea tra realtà e finzione si sta assottigliando pericolosamente.

Le conseguenze di questo fenomeno sono profonde. La nostra capacità di fidarci di ciò che vediamo online sta diminuendo. Le fake news trovano terreno fertile in questo ambiente confuso. E cosa dire delle relazioni umane? I social media, nati per connettere le persone, rischiano di diventare un deserto emotivo popolato da bot che parlano tra loro.

Ma non tutto è perduto. La consapevolezza è il primo passo. Dobbiamo imparare a navigare in questo nuovo mondo digitale con occhio critico, mettendo in discussione ciò che vediamo e leggiamo. Le piattaforme social stanno iniziando a implementare sistemi per identificare i contenuti generati dall’IA, ma la strada è ancora lunga.

In questo scenario, il valore delle interazioni umane autentiche diventa ancora più prezioso. Forse è il momento di ripensare il nostro rapporto con i social media, privilegiando la qualità sulla quantità, la profondità sulla superficialità.

La prossima volta che scrollate il vostro feed, fermatevi un attimo. Chiedetevi: sto interagendo con un essere umano o con un algoritmo? La risposta potrebbe sorprendervi. E ricordate: in un mondo sempre più artificiale, la vostra autenticità è il vostro superpotere.

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